Posts written by ›madness’

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    Ciaooooo benvenuta tra noi! Io sono Tiziana ma chiamami Tiz. Per qualsiasi cosa non esitare a chiedere! :3
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    banner inseriti, chiudo! :3
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    malandrine check gdr - do something!
    - http://sinners-gdr.blogfree.net/?t=4447742
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    - Spam importante per un mese qui
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    Wooooow in quella zona super IN! ahahahah Quando mi alzerai di grado mi mandi al faro?! AHAHAHAH XD
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    Danny ma mi hai sbattuta fuori dal gruppo?!?! O.o Sono rimasta senza lavoro e non lo sapevo!
    Bene allora a quanto pare sono un EX-PROSTITUTA in cerca di lavoro! U.U Vado a preparare il mio curriculum... ahahahha XDD
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    Benvenutaaaaaa! Io sono Tiziana ma chiamami Tiz.. Sono certa che ti troverai benissimo qui con noi! Per qualsiasi cosa non esitare a chiedere! :3
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    Ciao Jo, benvenuto tra noi! Io sono Tiziana ma chiamami Tiz proprio come fanno tutti! Per qualsiasi cosa non esitare a chiedere.. Buona permanenza! :3
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    Pardon chi sarebbe una mezza "pippa"? U.U
    ahahahah detto questo, grazie ♥ e cmq ad essere sinceri il tuo Klaus a me ispira tanto, mi sta proprio simpatico, ai miei pg un po' meno! muahahah XDD
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    Ma grazieeeeeeeee!!!! ♥ Non pensavo potesse piacervi sul serio il mio post, così mi emoziono! *----*
    Detto questo tranquillo farò la scheda, ci tengo ad avere ancora un tetto sulla testa! U.U
    Grazie grazie grazie! **
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    Benvenuta tra noi Sally, io sono Tiziana ma chiamami Tiz, proprio come fanno tutti! Per qualsiasi cosa chiedi pure! ;DD
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    ROLE-SCHEME PROVVISORIO, PROVINI
    Mystic Falls
    -- Vecchia fattoria

    Un passo dopo l'altro, camminavo avanti e indietro per quella stanza, se così si poteva definire quel luogo, ma d'altra parte mi trovavo in una fatiscente fattoria, per di più abbandonata da tempo, c'era quasi da stupirsi che stesse ancora in piedi. Mani sui fianchi, con fare autoritario, cercavo di concentrare la mia mente, solo ed esclusivamente, sul ticchettio dei tacchi dei miei stivali, isolandomi dai lamenti strazianti e dalle imprecazioni di Kim. Tra tutti gli ibridi a cui avevo fatto da baby sitter, negli ultimi giorni, lei era di certo la più ingrata piccola stronza. Non avevo mica chiesto io di essere relegata in quel luogo sperduto, a controllare che le ossa del suo corpo si spezzassero ancora e ancora e ancora, fino al punto da non provare quasi più dolore. Doveva essermi grata, a me e a Tyler, per l'aiuto che stavamo dando a lei e al resto dell'esercito di ibridi completamente asserviti al volere di Klaus. Insomma eravamo lì per una nobile causa, liberarli dalla schiavitù, proprio come io avevo aiutato Tyler nel suo lungo percorso per porre finalmente fine alla sua di schiavitù. Ero stata al suo fianco, notte e giorno, gli avevo infuso forza, coraggio, voglia di ribellarsi, di andare avanti nonostante il dolore e le pene da patire, di lottare per riavere indietro la sua vita e guardatelo adesso: finalmente libero! Ecco di cosa si trattava di rendere altrettanto liberi i suoi simili, proprio come lui aveva fatto con se stesso, spezzare quelle catene invisibili che li obbligavano a sottostare agli orini disumani di Klaus. Ma se per Tyler kim era un'altra anima da riscattare, per la sottoscritta si trattava solo e soltanto di un numero. Dodici ibridi, questo era ciò di cui avevo bisogno, e sebbene avrei preferito lasciarla li ad imprecare da sola piuttosto che contro me, Kim faceva parte di quei dodici, di conseguenza volente o nolente ero costretta sorbirmi le sue lamentele il più pazientemente possibile. Questo la diceva lunga sulla nobiltà delle mie azioni, ma poco importava. Avevo dato la mia disponibilità, lo avevo fatto in segno d'amicizia, o meglio apparentemente questo era il motivo per cui mi ero offerta di aiutare Tyler nella sua impresa, ma le apparenze ingannano si sa. Sia chiaro non avevo nulla contro Tyler, al contrario a lui in un certo senso tenevo sul serio, ragion per cui lui restava fuori dai mie piani, o forse sarebbe più appropriato dire dal sabotaggio del suo piano. Già era proprio questo che avrei dovuto fare, era questo il mio scopo, il mio unico e vero obbiettivo. Il mio aiuto non consisteva nel salvare quegli ibridi, piuttosto nel sacrificarli, ma era necessario, lo era per me. Questo faceva di me un'egoista, a differenza dell'altruistico Tyler, ma ammettiamolo dove porta l'altruismo? Da nessuna parte, al mondo non esiste persona che faccia qualcosa per nulla in cambio, d'accordo magari un minima percentuale - qualcuno come il Ty ad esempio - ma per il resto sarà sempre e solo l'egoismo a farla da padrone. Tutti noi mettiamo i nostri desideri e il nostro volere davanti a quello degli altri, anche se questo significa ferirli, tradirli. Questo era proprio quello che io avrei fatto a Tyler, e - strano ma vero, per lo meno per la sottoscritta - me ne dispiacevo. Tradire Tyler era la parte più dolorosa di questa messa in scena, a dirla tutta era l'unica, ero piuttosto determinata nel portare a termine la mia missione, ma non potevo evitare di rabbuiarmi sapendo cosa stavo per fare a Tyler, che a prescindere da tutto, consideravo più che un amico. Malgrado ciò, non potevo lasciare che i sentimenti prendessero il sopravvento sui miei doveri, ero sempre stata una tipa piuttosto fredda e calcolatrice sapevo cosa andava fatto e lo facevo senza farmi troppi scrupoli, a discapito di tutto e tutti io andavo sempre infondo e stavolta non sarei stata da meno. Avrei pensato poi a come spiegare tutto a Tyler, a come ottenere il suo perdono, al momento ciò che importava era rendere libera Kim e gli ibridi rimasti, poi tutto sarebbe finito ed io avrei finalmente ottenuto ciò che più desideravo, sarei venuta a conoscenza della verità sui miei genitori, questa era l'unica cosa che contava.
    Arrestai la mia camminata, impalandomi esattamente di fronte a lei, incrociai le braccia sotto il seno e la guardai con fare duro e scocciato, per la sua costante riluttanza. Ormai era la trentesima volta che le ripetevo, per filo e per segno, perchè fosse fondamentale che lei continuasse a trasformarsi, anche fino allo stremo delle forze, se necessario; ma lei sembrava non capire, o forse non ascoltare. Aveva ragione, non ero un ibrido, non potevo sapere come fosse trasformarsi anche fino a 20 volte consecutive, ma sebbene non lo avessi provato sulla mia pelle, ormai avevo una vasta esperienza su ciò che significasse e su quanto dolore potesse arrecare, ma ciò che veramente sapevo era quanto mi sarebbe stata grata una volta riconquistata la sua tanto agognata libertà. Non era la prima che aiutavo, ormai sapevo cosa andava fatto, come andava fatto e quanto tempo andava impiegato, ecco perchè Tyler si fidava a tal punto da lasciare che fossi io ad occuparmene, nonostante lui fosse di certo quello che più poteva capire cosa stava passando Kim o qualsiasi altro ibrido. «Urla pure quanto vuoi!» Esclamai, ormai esasperata dalle sue proteste. «Nessuno può sentirti, siamo nel mezzo del nulla, nessuno verrà ad aiutarti, ne a salvarti, quindi su continua pure a sfogarti.» Continuai con noncuranza, come se le avessi appena chiesto se ci fosse o meno una bella giornata. No, non ero insensibile, ero pratica, quella era l'unica strada da percorrere, non c'erano alternative, quindi c'era ben poco da dire, se non andare dritti al punto. -Come sta andando? Klaus sarà impegnato, accompagnerà Caroline al ballo, quindi non desterà sospetti la sua assenza - Mi voltai in direzione di Tyler, così che i miei occhi potessero incrociare i suoi, regalandogli un sorriso raggiante. «Oh bene, se sprecasse meno tempo a lamentarsi saremmo di certo a buon punto!» Commentai acida, lanciando un'occhiataccia a Kim, stringendomi nelle spalle, prima di ignorare completamente la sua presenza e concentrarmi su qualcosa di più allettante come: il ballo. «Quindi.. Significa che andremo anche noi?» Chiesi con un sorrisino non troppo esultante sulle labbra ed uno sguardo innocente, degno di un vero agnellino. Fingere che il mio interesse fosse esclusivamente di tipo professionale, sebbene l'idea di andare al ballo con Tyler mi elettrizzasse parecchio, non richiedeva chissà quanto forzo, ero abile nel nascondere le vere intenzioni delle mie azioni, la faccenda degli ibridi ne era la prova lampante. Tra le altre cose, viste le mie doti di persuasione, non sarebbe stato poi così difficile presentarmi come sua accompagnatrice a quel ballo, di questo ero più che certa.

    Lo so, lo so, il post non è un granchè ma prometto che migliorerò!**
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    best series pg Niklaus Mikaelson
    best invented pg Celeste Nimphadora Forbes
    best female pg Caroline Forbes
    best male pg Tristan James Osborn
    best feeling Stefan Salvatore ♡ Elena Gilbert
    best quote 07, by stefan
    best role silenziosa lealtà (tyler - klaus)
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    Tears don’t mean you’re losing, everybody’s bruising, Just be true to who you are..Jessie J - Who You Are

    Jean Claude durand
    Se c'era una cosa che detestavo, probabilmente fin da quando avevo sviluppato un minimo di cervello, erano i prepotenti, coloro che si credevano i padroni del mondo, che si credevano superiori a tutti e tutto ciò che li circonda. Avevo avuto fin troppo a che fare con tipi del genere, ero ancora un bambino quando mi ero dovuto mettere in piedi sulle mie gambe, sbracciare le maniche e stare al mondo da solo e se c'era una cosa che avevo imparato da tutto questo era che non bisognava mai arrendersi davanti a niente e nessuno, che per quanto ti venissero messi i piedi in testa bisognava sempre e comunque rimettersi in piedi e andare avanti a testa alta. D'accordo questo, spesso, poteva portarti incontro a qualche piccolo inconveniente, come rischiare che ti venissi strappato il cuore dal petto, ma sapete una cosa? Ne valeva decisamente la pena, se proprio dovevamo andarcene da questo mondo tanto valeva farlo in grande stile e non frignando e piagnucolando affinchè ci fosse risparmiata la nostra misera vita. Ecco perchè, nonostante i vari tentavi della piccola strega di sbattermi in faccia come sarebbe stato facile per lei farmi sparire dalla terra come valessi meno di zero, le sue parole non mi scalfirono minimamente, era come se mi scivolassero addosso. Starla a sentire era tremendamente irritante, tutto quel suo straparlare su ciò di cui sarebbe stata capace, o quella sua innata sicurezza che faceva tanto venir voglia di dirle di scendere dal piedistallo perchè, ammettiamolo, non era mica l'unica figa in città, e per non parlare poi di quel suo atteggiamento da maestrina "so tutto io", behniente di tutto questo riuscii ad intaccare la mia aria serena e a dir poco divertita. Perchè si a guardarla bene quella ragazzina mi divertiva, non perchè non la credessi all'altezza di ciò che professava, per quel che ne sapevo poteva anche essere la migliore strega sulla faccia della terra - se Klaus la teneva ancora in vita dopotutto doveva pur esserci un motivo - ma quella sua irrefrenabile autostima era davvero esilarante, sebbene nei suoi occhi, in quello sguardo, si celava qualcosa di davvero oscuro, qualcosa che ad un qualsiasi occhio umano avrebbe fatto rizzare tutti i peli che si ritrovava in corpo. Basti pensare che le mie parole la fecero ridere, poteva anche trovare me e quello che avevo da dire sciocco, ma se pensava che il solo fatto di avere un po' di magia ed uno psicopatico dalla sua parte equivalesse all'onnipotenza si sbagliava di grosso. A dirla tutta era proprio il più grande sbaglio da fare quello, quando si arriva ad avere la convinzione di essere ciò che di più potente ci sia sulla terra si arriva anche ad essere ad un passo dalla fossa, basti pensare a tutti i grandi potenti, epoche ed epoche di esempi di come il potere non equivalga anche all'onnipotenza. Lo sapevo bene, chi meglio di me poteva? Dopotutto ero pur sempre un 'insegnate di storia e si ero fermamente convinto che, forse un giorno, perfino il grande Niklaus sarebbe potuto essere fatto fuori e allora cosa avrebbe detto quella graziosa, quanto seccante, biondina? Beh sinceramente non mi importava, non era affar mio, ma una bella lezione di vita le avrebbe fatto più che bene, per lo meno le avrebbe cancellato quell'aria di sufficienza che aveva stampata in viso fin da quando aveva, purtroppo, messo piede nella mia aula.
    La allontanai bruscamente dalla mia roba, infastidito dalla troppa confidenza che quella sconosciuta osava prendersi, in attesa di conoscere perchè quella mattina mi fossi dovuto sorbire quella visita tanto inaspettata quanto spiacevole; ma non solo venni ignorato dovetti per di più restare ad ammirare quello squallido spettacolo. Aveva dato fuoco alla mia 24 ore mandando in fumo, nel vero senso della parola, il mio lavoro. Non so cosa mi trattenne da afferrare il suo collo e spezzarlo in un solo e sonoro colpo, forse quel briciolo di autocontrollo che negli anni ero riuscito ad affinare, ma non nascondo che il desiderio di farlo era più che presente in me. Dopotutto sognare non costa niente! Sbattei con forza un pugno sulla cattedra, al fine di mettere a tacere l'irrefrenabile voglia di assecondare il mio desiderio, e inspirai profondamente. «Sai che il tuo giochetto di prestigio costerà ai miei alunni un'ulteriore verifica? Sono certo che se solo sapessero ti farebbero nera senza nemmeno l'aiuto di uno dei tuoi trucchetti!» Sibilai a denti stretti con ripugnanza, socchiudendo gli occhi, lasciando che l'ira e l'irritazione defluissero dal mio corpo. Quella piccola arrogante strega aveva appena sminuito il mio lavoro ed il mio tempo, come se non valessero niente. Mi voltai nuovamente verso di lei, con il volto contratto in una smorfia di fastidio, era inutile negarlo, diciamocelo iniziava a starmi davvero sulle palle. «Di lei so abbastanza professore, e potrei sapere moltissime altre cose se solo lo volessi.» Adesso era davvero troppo, aveva sul serio oltrepassato ogni confine possibile ed immaginabile, aveva messo il naso dove non si sarebbe mai dovuta nemmeno avvicinare, non ero stupido e avevo capito perfettamente a cosa si riferissero quelle parole, stava entrando nella mia testa ecco cosa stava facendo! Non attesi un attimo di più per spingermi, con la mia velocità vampiresca, verso di lei posizionando le mie mani esattamente di fianco alle sue gambe, intrappolandola tra di esse. «Stammi bene a sentire.. Smettila, qualsiasi cosa tu abbia appena fatto smettila.. O puoi star certa che rispedirò al mittente ciò che resterà di te in una scatola!» Ringhiai crudele a pochi centimetri da lei, con l'accenno di un sorrisino per niente amichevole sulle labbra. Fin ora era stata lei quella pronta a trafiggermi con le sue minacce, adesso era il mio turno, un altro colpo basso e no non avrei più lasciato che fosse il mio buon senso a guidare le mie azioni, piuttosto l'avrei sul serio rimandato i suoi resti al caro Niklaus, dopotutto che differenza poteva fare? Mi voleva già morto, quindi non sarebbe cambiato poi molto. «Lei è impulsivo e questo mi piace: ha afferrato il mio polso, ma cosa mia importante ha dedotto erroneamente che io la voglia morto. No, io non la voglio morto: desideravo solo conoscerla. Per amore di Niklaus potrei persino strapparle il cuore dal petto se solo me lo chiedesse, ma non lo farà: preferisce non farmi macchiare di certi crimini... Volevo chiederle perché infastidisce Klaus così tanto. Cos'ha fatto di così eclatante per suscitare in lui tutto questo odio nei suoi confronti? La mia vuole essere una maschera professore, non ucciderei mai un uomo solo perché mi viene chiesto: non sono una sicaria e mai lo sarò per conto terzi; non mi macchierei della morte di un innocente.» Le lasciai portare a termine il suo monologo, notando con mia grande sorpresa che perfino quella ragazza sembrava conservare un minimo di raziocinio. «Beh.. Sono colpito, dopotutto non sei poi così fuori di testa! Ma vedi credo che questi non siano affar tuoi!» Mormorai con tranquillità stringendomi nelle spalle. Mi allontanai appena da lei, così da poterla fissare meglio e inclinai il capo da un lato incuriosito. «Ma dimmi: perchè ci tieni tanto a sapere il motivo per cui Niklaus mi vuole morto tanto quanto io desidero vedere morto lui?» Chiesi non solo con curiosità, piuttosto con visibile sospetto. Quella ragazza nascondeva qualcosa, era lì con un intento ben preciso, ma non riuscivo minimamente a capire quale potesse essere. Se non mi voleva morto, come aveva appena confessato, allora perchè quella strana curiosità sulle "divergenze" tra me e Klaus?

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    Edited by ..:Butterfly:.. - 30/1/2013, 09:22
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    Tears don’t mean you’re losing, everybody’s bruising, Just be true to who you are..Jessie J - Who You Are

    Jean Claude durand
    Di tutte le persone che mi sarei mai potuto immaginare di ritrovarmi davanti quella mattina la cosiddetta Celeste Forbes era di certo l'ultima della lista. A dirla tutta non ci rientrava proprio nella lista, ma d'altra parte ultimamente sembrava che chiunque avesse qualcosa da dirmi pensasse bene di presentarsi in facoltà. Di questo passo il mio ufficio si sarebbe trasformato in un confessionale! Negli ultimi mesi avevo ricevuto più visite in quelle aule che a casa mia, e chissà perchè nella maggior parte dei casi i miei incontri portavano più problemi che altro. Ma vedete il punto era che per quanto mi sforzassi non riuscivo a capire per quale motivo quella ragazza potesse trovarsi nella mia aula. Che bazzicasse intorno a Klaus lo sapevo bene, lo avevo potuto costare con i miei occhi, l'uno tra le braccia dell'altro intenti a vorticare a suon di musica sulla pista da ballo, lo ricordavo più che bene perchè era il motivo per cui avevo dato a Bekah della maleducata visto il suo eccessivo interesse nei loro confronti mentre danzavamo. Non che ci fosse da sorprendersi, era semplice quotidianità, quello che accadeva sempre e comunque quando si trattava di Niklaus e Rebekah, bastava che uno dei due si intrattenesse con qualcun altro per rischiare di andare incontro alla fine del mondo, chi meglio di me poteva saperlo! Ma il fatto che potesse essere la sua "leccapiedi" - come l'avevo appena definita - o la sua puttanella o qualsiasi altra cosa, non spiegava minimamente il motivo per cui si trovasse lì, esattamente di fronte a me. Sinceramente cosa poteva volere ancora Klaus dal sottoscritto? Oddio una mezza idea potevo anche averla, ma dubitavo che se si fosse trattato di quello avrebbe mandato quella ragazzina. Oh no se fosse stato a conoscenza della passeggiata sul sentiero dei ricordi fatta da me e dalla sua piccola sorellina, ero certo che si sarebbe presentato di persona, anche se non erano fatti suoi, non lo erano nel lontano 800 e non lo erano nemmeno adesso. Di conseguenza cosa avevo mai potuto fare per urtare la profonda sensibilità di Niklaus al punto da mandarmi la sua, niente di meno che, strega era così che si era appena presentata.
    «Niklaus non si abbassa certo a mandare la sua Strega. Si figuri, Professore, incontrarla è stata una mia iniziativa, nonostante io stia iniziando a pentirmi della sua considerazione nei miei confronti. Forse conosce esemplari di donne legate a Niklaus con metà della mia personalità, assoggettate alla sua persona, ragion per cui preferisco non farle una colpa delle sue precedenti parole.» Bene almeno aveva chiarito il mio principale dubbio, anche se me ne aveva messo in testa un altro, che cosa voleva? Se non la mandava Nik perchè diavolo era lì? Incontrarmi era stata una sua iniziativa, per far cosa? Conoscere il primo nome sull'elenco delle cose da fare di Niklaus Mikaelson sotto la voce "persone da uccidere"? Alzai un sopracciglio con fare scettico, incrociando le braccia al petto e portando un dito sulle mie labbra come ero solito fare quando ero pensieroso, tentando di nascondere il sorrisino di scherno che mi si era stampato sulle labbra dopo aver udito le sue parole. A quanto pare si era sentita profondamente offesa dalla mia insinuazione, io ero più perplesso invece dal fatto che lei declamasse ai quattro venti di restare al fianco di Niklaus per sua scelta, e non perchè "assoggettata alla sua persona" per citare il suo stesso pensiero. "Uno sciocco trova sempre uno più sciocco che lo ammira", non ricordavo dove avevo letto queste parole ma sembravano calzarle a pennello! Cosa potrebbe mai spingere una persona sana di mente e scegliere di prostrarsi davanti ad un folle psicopatico come Klaus? Oh ma ovvio, il potere, il suo sentirsi sempre e comunque al di sopra di qualsiasi altro essere, ed ammettiamolo Celeste sembrava essere un'allieva modello vista la gran sicurezza che ostentava senza mezzi termini. L'avevo appena conosciuta eppure avevo già la certezza che se avessi trascorso altri cinque minuti con lei sarei finito per rimpiangere i bei tempi andati in cui le streghe venivano messe al rogo, ma per quanto desiderassi sbatterla fuori dall'aula, cosa che tra l'altro potevo fare dato che si trattava della mia aula a differenza sua non abusavo dei miei poteri, da uomo ragionevole qual'ero avrei tollerato la sua presenza fino a quando la mia scarsa pazienza me lo avrebbe permesso. Ragion per cui rimasi in silenzio, senza mai allontanare il mio sguardo dal suo, in attesa di conoscere perchè fossi stato onorato della sua presenza quella mattina. «Ero semplicemente curiosa di comprendere perché lei fosse ancora in vita. Sa che mi basterebbe una parola di troppo per convincere Klaus a farla fuori? Noi leccapiedi, riusciamo dove nemmeno le oche millenarie riescono.» Avevo detto che la mia pazienza era scarsa, beh lei ce la stava mettendo tutta per far scoppiare la bomba, diciamo che aveva appena acceso la miccia, era irritante e petulante, per non parlare di quanto detestassi quella sua convinzione di fondo di poter fare e dire ciò che le pareva. «Oh non scomodarti non ce n'è alcun bisogno lo farebbe anche senza il tuo prezioso supporto!» Esclamai sarcastico e sprezzante al tempo stesso. Mi voltai, abbandonando la mia precedente posizione, infastidito da quelle piccole manine candide che avevano iniziato a vagare sulla mia cattedra. Afferrai il suo polso destro, schiacciandolo alla superficie di legno e mi sporsi verso di lei. «Ma non esserne troppo sicura dolcezza..» Le sussurrai maligno a pochi centimetri dal viso. Quella che lei aveva appena chiamato "oca millenaria" era qualcosa che lei non sarebbe mai stata per Kik, non importava quanto potesse farla sentire importante, potente o chicchessia, non avrebbe mai eguagliato Rebekah. Quello che c'era tra Rebekah e Klaus andava ben oltre l'affetto fraterno, non importava quanti battibecchi, liti, affronti o ferite si sarebbero arrecati l'un l'altro, sarebbero sembra tornati l'uno dall'altro. Quindi se fossi stato lì per darle un buon consigli da amico le avrei detto di scendere dal piedistallo prima che fosse stato troppo tardi per farlo, ma in realtà non ero lì per quello, semmai per ricambiare la sua acidità con altrettanto disprezzo. «..L'essere troppo sicuri è sinonimo di debolezza.» La canzonai con fare spregevole e un sorriso di scherno sulle labbra. «Quindi non essere troppo certa di te stessa.. Nel momento in cui lo fai sei morta!» Sussurrai di nuovo con tono ostile, mentre un lampo maligno mi illuminava lo sguardo, stringendo ulteriormente la presa intorno al suo polso prima di lasciarlo andare scansandolo dalla mia roba. Ammettiamolo ero un vero gentiluomo, per quanto quella ragazza non mi piacesse un buon consiglio glielo avevo comunque dato, anche se non con modi troppo gentili, ma diamine non si può avere tutto dalla vita, no? Mi allontanai da lei, facendo scivolare distrattamente un dito, avanti e indietro sulla cattedra, puntai nuovamente il mio sguardo nel suo sorridendo, rilassato e disinvolto, come se non fosse mai accaduto nulla. «Allora.. Volevi incontrami, perchè? E soprattutto perchè mi vorresti morto se di me non sai nulla? Oh.. forse per amore del tuo capo Accentuai il mio sorriso, non riuscendo a nascondermi quando infondo mi divertisse, era ovvio che sotto sotto mi stessi prendendo gioco di lei, ma che si aspettava che me ne sarei rimasto lì a farmi minacciare come se niente fosse, da una ragazzina, solo perchè come alleato vantava Niklaus? O magari perchè era una strega? Beh non non bastava questo a farmi correre impaurito o ad implorarla di risparmiarmi.

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    Edited by ..:Butterfly:.. - 28/1/2013, 09:52
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    Tears don’t mean you’re losing, everybody’s bruising, Just be true to who you are..Jessie J - Who You Are

    Jean Claude durand
    Dovevo smetterla con le notti brave insomma era palese che non facessero affatto bene alla mia carriera. Questo fu il primo pensiero che mi passò per la testa quella mattina appena sveglio. Riuscivo a malapena a sbattere le palpebre, intorpidito e riluttante al solo pensiero di dover uscire dal letto. I ricordi della notte passata erano piuttosto confusi nella mia mente, con buone probabilità perchè ancora troppo addormentato per riuscire a penare in modo ragionevole oppure, motivazione ancor più plausibile, perchè ancora troppo sbronzo vista la quantità d'alcol ingerita fino a qualche ora prima. Perchè mi facevo questo sapendo che sarei dovuto andare in facoltà di prima mattina, mostrarmi smagliante e super disponibile e soprattutto consapevole del fatto che avrei dovuto conservare un minimo di lucidità per riuscire a portare a termine un'intera lezione di senso compiuto? Semplice, il perchè lo sapevo bene, per dimenticare chi fossi, cosa volessi e come invece fossi riuscito a mandare tutto, ma proprio tutto a puttane. Diamine ero un vampiro, volendo potevo accantonare tutto da qualche parte nella mia mente e spegnere ogni cosa, sentimenti ed emozioni, ma la realtà era che non volevo farlo. Poteva sembrare tremendamente masochistico tutto questo, e a dirla tutta forse un po' lo era, ma io non volevo annullare me stesso, cancellare ogni cosa, dopotutto in quel casino mi ci ero cacciato da solo, o quasi, e adesso ne pagavo le conseguenze ricordando a me stesso, in ogni momento della giornata, gli errori commessi e tentando inutilmente di trovare una via d'uscita da quel macello che era diventata la mia vita. Ma si sa la consapevolezza è dolorosa, insomma la verità fa male e quale modo migliore per sfuggire alle pene può esserci se non affogarle nell'alcol, nel sesso e nel sangue? Ecco come ogni mia serata da tranquilla e comune, finiva per trasformarsi in una notte di perdizione. E dire che di recente sembravo aver trovato la retta vita, diciamo che c'ero stato quasi vicino, ma adesso che ciò che mi teneva lontano dalle tentazioni era venuto meno - e a dirla tutta era anche il motivo del mio malessere - l'inferno mi aveva spalancato le porte ed io finivo per farci un salto quasi ogni notte. Fortuna che ero un semplice professore di storia, se avessi dovuto fare lezioni di vita dubito che sarei stato da prendere come esempio. Mi portai una mano sul viso, con un lamento di disappunto essendo più che certo che fossi già in stramaledetto ritardo, scostandomi le ciocche di capelli, scompigliati e ribelli, che mi offuscavano lo sguardo e solo a quel punto realizzai che due occhioni mi fissavano speranzosi. Era lì come ogni mattina, sul mio stomaco con le sue piccole zampine che premevano sulla mia pelle gelida, quella pallina pelosa che da tre settimane circa si era trasformata nel mio stalker, ovunque andasse lui mi stava alle calcagna. Di chi parlavamo? Ma di Bloody ovviamente, il mio cane. Dovevo ancora farci l'abitudine e non mi riferivo solo al fatto di avere un cane, ma più che altro al fatto che ritrovarmelo sempre in mezzo ai piedi non faceva che ricordarmi che colei che me lo aveva rifilato mi ignorava da settimane ormai e questo era parte integrante del mio perenne e costante malumore. «Il letto è off limits ricordi?» Bofonchiai con un'occhiataccia, dando un colpetto sul suo sederino incitandolo a scendere giù. Mi rigirai su me stesso, chiusi gli occhi mentre affondavo il viso nel soffice, ed accogliente, cuscino ripetendomi che presto mi sarei alzato, sarei tornato da Bloody per la sua razione di croccantini e poi a lezione, insomma mi bastava solo un altro secondo.
    Un secondo che si era trasformato in ben venti minuti di totale pace, relax e benessere, che mi avevano fatto presentare a lezione con circa 45 minuti di ritardo! L'avevo detto io che le notti brave non si conciliavano affatto con il lavoro. Non che questo fosse un gran problema per i miei alunni, più tardi mi presentavo, meno dovevano sopportarmi, non a caso il restante delle nostre due ore di lezione sembrarono volar via, e per mia fortuna la mia ripresa dalla sbronza era molto più rapida in quanto vampiro, cosa che mi permise di concludere la mia spiegazione senza uscirmene con qualche cazzata. Una volta che tutti i ragazzi ebbero lasciato l'aula mi concentrai sulla mia roba, rimettendo ogni cosa al suo posto, con la mia solita maniacale precisione. Ecco quello ero io, molti mi avrebbero definito una palla, ma io stavo bene con il mio modo d'essere meticoloso e rigoroso, nonostante l'eccezione di quella mattina.
    Impiegai appena una frazione di secondo per realizzare che non ero più solo, in quell'aula con me c'era qualcun altro, dapprima pensai ad uno studente che si era dimenticato di qualcosa, ma quando sentii distintamente che la porta d'ingresso veniva chiusa mi resi conto che doveva trattarsi di ben altro. In ogni caso rimasi esattamente dov'ero, continuando a concentrarmi su ciò che stavo facendo, per lo meno apparentemente, infondo se non fosse stato per il mio udito sovrannaturale non mi sarei accorto di nulla, visto quanto la mia nuova compagnia riusciva ad essere indiscreta. «E' un piacere incontrarla Professor Durand. Niklaus mi ha parlato molto di lei, e le faccio i miei sinceri complimenti per essere ancora in vita.» Mi voltai con calma non appena ebbi udito quel nome - il cui solo suono riusciva a farmi venire voglia di lacerare la gola a chiunque l'avesse pronunciato - e le rivolsi un sorriso falso e visibilmente infastidito. Apparentemente la biondina seduta esattamente di fronte a me poteva anche starmi simpatica, ma non era difficile ricordarsi di lei ossia la compagna di danze di Niklaus, ergo no, non avrei provato un briciolo di simpatia per lei nemmeno in un'altra vita. In sintesi incontrarla non era affatto un piacere. «Potrei dire lo stesso di lei.. Eccetto per il fatto che io sul suo conto non so nulla!» La canzonai con tono acido e sprezzante. Dopotutto se a distanza di un mese era ancora viva, pur essendo passata tra le grinfie di Niklaus, si meritava davvero tutta la mia stima, ma solo e soltanto per quello. Poggiai le mani sulla cattedra, alle mie spalle, così da sostenere il peso del mio corpo e poter osservare con maggior attenzione colei che mi stava di fronte. A primo impatto sembrava quasi una candida liceale dai lunghi capelli biondi, ma chissà perchè mi bastava collegarla a Klaus per vederla completamente sotto un'altra luce. Ammettiamolo quando di mezzo c'era lui non si trattava mai di nulla di buono! «Ad ogni modo, sono Celeste Forbes.» Forbes, quel nome mi suonava familiare, e lo era, avevo già incontrato una Forbes appena qualche settimana prima, insomma o quel cognome era abbastanza diffuso da quelle parti oppure c'era qualcosa che mi sfuggiva e di cui non era il momento di preoccuparsi. «Che ne diresti di saltare i convenevoli e dirmi.. Che cosa ci fai qui?» Chiesi diretto e senza mezzi termini, dopotutto non avevo bisogno di presentarmi a quanto pareva sapeva perfettamente chi aveva di fronte. «Niklaus era troppo impegnato e così ha mandato uno de i suoi leccapiedi?» Domandai con tono di scherno lanciandole un'occhiata tagliente. Forse avevamo solo iniziato con il piede sbagliato, poteva anche essere una brava ragazza, era carina, i tratti del viso dolci e affabili, ma in lei c'era qualcosa che non mi convinceva, probabilmente le sue amicizie, o meglio quell'unica conoscenza che non sarebbe mai e poi mai rientrata tra mie grazie. Per quanto ne sapevo lei era dalla parte del nemico, ecco tutto!

    ISPIRED BY MUSE - MADNESS, LOOK MY DRESS, © danny





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