Elijah rimase immobile con i due bicchieri in mano. Non si sarebbe mai scomposto abbastanza, non avrebbe mai mosso un dito più di quanto non stava già facendo, perchè se avrebbe dato retta al passato a quell'ora Katerina non sarebbe nemmeno esistita sulla faccia della terra. Probabilmente avrebbe però conservato il cuore di lei, morbosamente, in un barattolo, disperandosi anche per la sua morte, così come aveva fatto per la sua vita, per ciò che provava per lei. Lui era stato clemente con lei per amore. L' amava! Caspita se l' amava, anche troppo per una donna che non faceva nemmeno parte della sua famiglia. Eppure..era come se Elijah fin da sempre l' avesse considerata qualcosa di importante, come una preziosa punta di un diamante. Bellissima. La sua luce l' abbagliava, le sue sfaccettatute l' affascinavano e il peso al cuore era sempre maggiore. La penombra di quella stanza era persistente, come un pesante velo che si annidava in quel posto, come qualcosa di meraviglioso, reso speciale forse della Petrova. Sicuramente era quella la ragione, anche se ancora non capiva la motivazione della visita di Katerina, ma ogni cosa aveva bisogno del suo tempo. Egli la osservò mentre scartava il regalo e quando il viso gli si irradiò di felicità e lo sguardo si accese per la meraviglia nella scatola, Elijah pensò di non aver mai visto creatura più bella. Aveva quelle sfumature di Tatia, quella gioia, quella voglia di vivere che aveva ella..lei che era stata trattata come una rosa recisa, il cui bocciolo non avrebbe mai e poi mai dato nuovo fiore. Elijah l'aveva pianta, in segreto, mentre Niklaus era andato avanti nella sua vita. E spesso Elijah si sentiva come la tanta flora che era presente sul nostro pianeta. Era anche per questo che adorava la botanica. Gli venne inevitabilmente in mente quando nel passato aveva mostrato a Katerina il roseto, quando la teneva sottobraccio e l' accompagnava in quella melodia di profumi e colori, pronunciando i nomi delle rose in latino e Katerina che affascinatane, si stringeva sempre maggiormente ad egli finquando non aveva visto la rosa più bella e solo allora, aveva afferrato la camicia di Elijah e l'aveva attirato a sè, dicendogli che al suo matrimonio voleva quel fiore, quella varietà particolare. Tornò ben presto in quella stanza, osservando Katerina che sollevava i vestiti dalla scatola portandoseli al naso, sentendone la morbidezza del tessuto sotto i polpastrelli, mentre Elijah sentiva il palmo della mano divenire sempre più freddo per ghiaccio nel bicchiere. Infine Katerina prese possesso dal suo bicchiere, dopo aver riposto il vestito lì dove l'aveva trovato. Sembrava infastidita per la frase precedente, ma l' Originale sapeva giustamente su quali punti fare leva per avere Katerina a sè e non in giro per Mystic Falls, soprattutto non ora che Niklaus era in città. Ecco però che il successivo istante fù intenso e veloce, come un attimo nel quale erano rinchiusa una moltitudine di passioni ed emozioni. Katerina con il bicchiere in mano si era avvicinato ad Elijah, una mano sottilmente si era infilata sotto il risvolto della giacca. Sentiva quel tocco leggero, il profumo di lei così dolce. Quella vicinanza gli faceva male e all' improvvisò si sentii come un tossico che aveva bisogno della sua dose, che aveva bisogno di lei e LEI giustamente, sapendolo, non si faceva scrupoli a giocarci sopra. Cercò di restare immobile anche quando lei gli accarezzò il collo con la punta delle dita. Elijah inclinò appena il viso per poterla guardare meglio in faccia, per vedere quei lineamenti. E li vide bene, benissimo, osava quasi dire visto che il viso di lei si era appena avvicinato pericolosamente..e..le loro guancie si toccarono, le loro pelli erano a contatto.
CITAZIONE
« Oppure potrei cambiarmi qui. »
Quale uomo sulla terra non avrebbe desiderato tale trattamento? Vedere la propria donna nuda, spogliarsi lentamente per indossare un altro abito che le avrebbe succinto il corpo, così bene da far vedere quelle forme, per la seconda volta, apparentemente nude. Elijah non apparteneva a loro, a quelli perversi che avrebbero fatto fare qualunque cosa alla loro donna pur di umiliarla. Lui era della vecchia scuola, era come quel pendolo che in salotto scandiva il tempo: era Antico. Ecco che la smise di restare immobile. Le labbra si aprirono in un sorriso a metà e prima che Katerina potesse fare qualunque cosa, Elijah la privò del bicchiere, appoggiandoli vicini sul tavolino e si materializzò alle spalle di lei. Appoggò le mani su quelle di Katerina e lentamente le fece salire lungo le braccia. Poi la mano destra abbandò quel delicato tocco per allungarsi inizialmente sul fianco di ella, ma poi estese totalmente il palmo facendolo aderire al ventre di lei e con un movimento deciso l' attrasse a sè. Sentii il suo corpo, la schiena di lei, aderire perfettamente al suo petto. Fino ad allora Elijah era rimasto in apnea e solo allora riperse a respirare, emettendo un soffio dalle labbra. Con la mano sinistra scostò i capelli dalla spalla sinitra, lentamente sfiorando con le dita la pelle del collo di lei e poi sostituii le dita al viso.
"Katerina.." gli sibillò all' orecchio sensuale, prima di sfiorere con le labbra l' incavo del collo
"..scegli una stanza.." concluse infine, sostituendo le labbra ai canini. Sfiorò con attenzione l' incavo del collo fino a tornare in prossimità del lobo del suo orecchio
"Io ti ho già vista nuda" confessò infine. E ricordò le volte che l'aveva osservata dalle vetrate, cambiaresi d' abito, e si sentiva come un criminale per quello che aveva osservato segretamente. Ma non aveva potuto fare altrimenti.