Votes taken by -Gin

  1. .
    CITAZIONE
    La storia ruota intorno alla famiglia di vampiri originari e vede Joseph Morgan come protagonista nei panni di Klaus.

    non approvo questa piccolissima informazione, perchè Klaus di puntata in puntata dopo un po' mi stufa parecchio ma..

    *O* che notizia, io non nè sapevo niente e mi è preso un infarto quando ho letto di ciò..anche perchè *beh..si sà, no?* ELIJAH ELIJAH ELIJAH ELIJAH ELIJAH ELIJAH ELIJAH ELIJAH ELIJAH ELIJAH ELIJAH <3 voglio vedere tanto di lui, tutte le sue sfaccettature e spero che sia esattamente come me lo sono sempre costruito, tassello dopo tassello (sperando che gli diano un pochetto di spazio). Inoltre sono molto interessata anche a vedere parti di Mikeal, se ci sarà l' occasione **
  2. .
    sheet Ϟ music Ϟ dress




    « i'm an original. show a little respect. »


    Elijah rimase immobile con i due bicchieri in mano. Non si sarebbe mai scomposto abbastanza, non avrebbe mai mosso un dito più di quanto non stava già facendo, perchè se avrebbe dato retta al passato a quell'ora Katerina non sarebbe nemmeno esistita sulla faccia della terra. Probabilmente avrebbe però conservato il cuore di lei, morbosamente, in un barattolo, disperandosi anche per la sua morte, così come aveva fatto per la sua vita, per ciò che provava per lei. Lui era stato clemente con lei per amore. L' amava! Caspita se l' amava, anche troppo per una donna che non faceva nemmeno parte della sua famiglia. Eppure..era come se Elijah fin da sempre l' avesse considerata qualcosa di importante, come una preziosa punta di un diamante. Bellissima. La sua luce l' abbagliava, le sue sfaccettatute l' affascinavano e il peso al cuore era sempre maggiore. La penombra di quella stanza era persistente, come un pesante velo che si annidava in quel posto, come qualcosa di meraviglioso, reso speciale forse della Petrova. Sicuramente era quella la ragione, anche se ancora non capiva la motivazione della visita di Katerina, ma ogni cosa aveva bisogno del suo tempo. Egli la osservò mentre scartava il regalo e quando il viso gli si irradiò di felicità e lo sguardo si accese per la meraviglia nella scatola, Elijah pensò di non aver mai visto creatura più bella. Aveva quelle sfumature di Tatia, quella gioia, quella voglia di vivere che aveva ella..lei che era stata trattata come una rosa recisa, il cui bocciolo non avrebbe mai e poi mai dato nuovo fiore. Elijah l'aveva pianta, in segreto, mentre Niklaus era andato avanti nella sua vita. E spesso Elijah si sentiva come la tanta flora che era presente sul nostro pianeta. Era anche per questo che adorava la botanica. Gli venne inevitabilmente in mente quando nel passato aveva mostrato a Katerina il roseto, quando la teneva sottobraccio e l' accompagnava in quella melodia di profumi e colori, pronunciando i nomi delle rose in latino e Katerina che affascinatane, si stringeva sempre maggiormente ad egli finquando non aveva visto la rosa più bella e solo allora, aveva afferrato la camicia di Elijah e l'aveva attirato a sè, dicendogli che al suo matrimonio voleva quel fiore, quella varietà particolare. Tornò ben presto in quella stanza, osservando Katerina che sollevava i vestiti dalla scatola portandoseli al naso, sentendone la morbidezza del tessuto sotto i polpastrelli, mentre Elijah sentiva il palmo della mano divenire sempre più freddo per ghiaccio nel bicchiere. Infine Katerina prese possesso dal suo bicchiere, dopo aver riposto il vestito lì dove l'aveva trovato. Sembrava infastidita per la frase precedente, ma l' Originale sapeva giustamente su quali punti fare leva per avere Katerina a sè e non in giro per Mystic Falls, soprattutto non ora che Niklaus era in città. Ecco però che il successivo istante fù intenso e veloce, come un attimo nel quale erano rinchiusa una moltitudine di passioni ed emozioni. Katerina con il bicchiere in mano si era avvicinato ad Elijah, una mano sottilmente si era infilata sotto il risvolto della giacca. Sentiva quel tocco leggero, il profumo di lei così dolce. Quella vicinanza gli faceva male e all' improvvisò si sentii come un tossico che aveva bisogno della sua dose, che aveva bisogno di lei e LEI giustamente, sapendolo, non si faceva scrupoli a giocarci sopra. Cercò di restare immobile anche quando lei gli accarezzò il collo con la punta delle dita. Elijah inclinò appena il viso per poterla guardare meglio in faccia, per vedere quei lineamenti. E li vide bene, benissimo, osava quasi dire visto che il viso di lei si era appena avvicinato pericolosamente..e..le loro guancie si toccarono, le loro pelli erano a contatto.

    CITAZIONE
    « Oppure potrei cambiarmi qui. »

    Quale uomo sulla terra non avrebbe desiderato tale trattamento? Vedere la propria donna nuda, spogliarsi lentamente per indossare un altro abito che le avrebbe succinto il corpo, così bene da far vedere quelle forme, per la seconda volta, apparentemente nude. Elijah non apparteneva a loro, a quelli perversi che avrebbero fatto fare qualunque cosa alla loro donna pur di umiliarla. Lui era della vecchia scuola, era come quel pendolo che in salotto scandiva il tempo: era Antico. Ecco che la smise di restare immobile. Le labbra si aprirono in un sorriso a metà e prima che Katerina potesse fare qualunque cosa, Elijah la privò del bicchiere, appoggiandoli vicini sul tavolino e si materializzò alle spalle di lei. Appoggò le mani su quelle di Katerina e lentamente le fece salire lungo le braccia. Poi la mano destra abbandò quel delicato tocco per allungarsi inizialmente sul fianco di ella, ma poi estese totalmente il palmo facendolo aderire al ventre di lei e con un movimento deciso l' attrasse a sè. Sentii il suo corpo, la schiena di lei, aderire perfettamente al suo petto. Fino ad allora Elijah era rimasto in apnea e solo allora riperse a respirare, emettendo un soffio dalle labbra. Con la mano sinistra scostò i capelli dalla spalla sinitra, lentamente sfiorando con le dita la pelle del collo di lei e poi sostituii le dita al viso. "Katerina.." gli sibillò all' orecchio sensuale, prima di sfiorere con le labbra l' incavo del collo "..scegli una stanza.." concluse infine, sostituendo le labbra ai canini. Sfiorò con attenzione l' incavo del collo fino a tornare in prossimità del lobo del suo orecchio "Io ti ho già vista nuda" confessò infine. E ricordò le volte che l'aveva osservata dalle vetrate, cambiaresi d' abito, e si sentiva come un criminale per quello che aveva osservato segretamente. Ma non aveva potuto fare altrimenti.



    elijah mikealson.

    original vampiremore than 1000bamf // protect my family





    code img quote starring: daniel gillies

  3. .
    Ragazze scusatemi sè stò bloccando le role e stò muovendo Elijah come non si deve, ma non posso fare altrimenti..stò lavorando di staordinario, in più devo organizzare capodanno a tema tra gli anni 50 e gli 80 (quindi non sò ancora come andrà a finire -.-") e devo preparare un monologo per il corso di recitazione a cui partecipo. Quindi..veramente penso che fino al 6 mi vedrete pochissimo. Scusatemi ç___ç
  4. .

    sheet Ϟ music Ϟ dress




    « i'm an original. show a little respect. »


    E come un pozzo profondo, così scuro, Elijah leggeva negli occhi ogni singola sfumatura castana che sotto la pelle di Katerina si agitava e qualunque cosa fosse, smuoveva dentro anche sè stesso. Sentimenti? Amore? Libido? Amore Platonico? Qualunque saccente della storia, dai più grandi pensatori a quelli minori che non si erano distinti nel corso dei secoli come gli altri, avevano dato nome a queste cose..ma..qualcuno gli aveva mai dato forma? Qualcuno a quel mondo li aveva mai provati amplificati come li sentiva Elijah? Chi era in grado di portare tale fardello con un assoluto controllo, come quello che aveva egli? Nessuno..forse..sicuramente! E anche l' Originale stesso ogni istante si domandava come faceva a resisterle, come faceva ad aspirare il suo dolce profumo, farsi riempire l'anima da tale illusione misera e non esserle già adosso. Non avere Katerina tra le proprie mani, come argilla, per plasmarma, amarla e possederla. Quale forza lo faceva resistere dal spingerla contro il muro, dal strapparle i vestiti di dosso e affondare i canini nel collo di lei, per provare il suo sengue mentre si stringevano in quell' abbraccio intimo, quello che oramai per gli umani era diventato qualcosa di non fondamentale, qualcosa che storpiato dai mass-media aveva perso ogni singola colorazione, ogni variazione di tonalità anche minima. Gli umani non percepivano le cose come loro, come i vampiri, e c' erano momenti nel quale Elijah avrebbe tanto voluto essere umano per non soffrire così tanto, per non dover mentire a sè stesso, per non lasciarsi trascinare da mille e più anni di ricordi, attese, perdoni e baci sperati. L' Originale avvertii tutto, tutto quello che Katerina stava nascondendo abilmente, da grande bugiarda la quale aveva imparato ad essere. Rimase però immobile, come di pietra, come se ogni singolo muscolo della Petrova non significasse nulla, come se ella non era fisicamente in quella stanza. Chiaramente non stava spegnendo le emozioni, ma cercava solamente una via diversa per non lasciarsi trascinare da quel groviglio di senzazioni, per non lasciarsi trascinare giù-giù-giù da quell' impulso che già nel quindicesimo secolo Niklaus aveva criticato, dal quale l'aveva messo in guardia, dicendogli che 'l' amore era una delle più grandi debolezze dei vampiri, che non dovevano essere deboli, che non doveva imporatle di Katerina..che era solo una vita umana'. Una magnifica vita umana. La più splendente che Elijah aveva mai osservato perchè era stato come guardare i raggi del sole senza l'anello al dito, come sentirsi bruciare lentamente come la carne al fuoco, come se le fibre del suo cuore, una ad una, si erano lacerate, struggendosi per lei, perchè sapeva chi c'era dall' altra parte..perchè conosceva quel fratello che un tempo la corteggiava. E lui? Elijah? Lui..sì LUI! Era rimasto impotente ad osservare, a guardarli mentre insieme avevano ballato, nascosto nel dolce ozio di un calice di vino rosso. L' aveva così tanto guardata, che se a quell' ora Katerina fosse stata una fotografia, probabilmente sarebbe sbiadita, consumatane dello sguardo così intenso e penetrante di Elijah.

    CITAZIONE
    « Bisogna pure adattarsi. »

    Aveva risposto lei, ma per lui tale affermazione non bastava, perchè non era più di quell' idea. Aveva passato fin troppi secoli ad essere l' adattamento esatto dell' ombra di Niklaus, che ora non gli avrebbe dato retta nemmeno se, con la punta del naso, fuiutava la verità e non la menzogna, uscire dalla sua bocca. Così Katerina non doveva nascondersi, non doveva giocare con lui, come non doveva accontentarsi di quello che aveva. "Dovrai provare ad essere più convincente, Katerina" l' ammonii lievemente, ma non con quel tono duro e secco, ma come un consiglio affettuoso, detto con tutto il rispetto per ella, come un fratello maggiore quasi (ruolo che non avrebbe mai ricoperto per ella). Non aveva il coraggio nè la voglia di vederla come una sorella, non l' avrebbe mai fatto, eppure, anche quando Elena glielo aveva domandato, nel salotto dei Lockwood, Elijah dietro la risposta velata 'è un errore comune' aveva amesso di che gli importava. Katerina gli sarebbe sempre importata, da umana o meno. Non si era mai impegnato a fondo per perseguitarla, per braccarla ed ucciderla come da ordini di Niklaus. E..questo significava tanto, perchè quando Elijah doveva fare piazza pulita di un affronto, era pronto a strappare a freddo il cuore dal petto e farlo mangiare al cadavere prima che egli avrebbe perso conoscenza del tutto. Inoltre, Niklaus era grossolano nelle torture, Elijah era dolce, macabramente premuroso anche in tale arte, tanto che parecchie volte aveva provato a staccare, arteria per arteria, vena per vena, capillare per capillare ogni singolo frammento di vita, di sengue, da un cuore umano prima di estrarlo dalla cassa toracica. Insomma..era glaciale quando voleva, ma ugualmente rovente di fronte ad una bella Petrova, alla bella Katerina di Bulgaria, seconda doppleganger. La seguii con lo sguardo mentre ella si spostava nel salotto, prendendo posizione al centro del divano. Le mani di Katerine scivolarono sulla spalliera, le gambe si accavallarono ed Elijah per un secondo nè seguii la linea perfetta di esse, nascoste sotto i pantaloni larghi per le forme di lei e..ora che ci pensava..quell' abbigliamento somigliava giusto a quello di Elena. Rimandò la domanda indietro, avrebbe avuto tempo per porgergliela successivamente.

    CITAZIONE
    « Hai del Jack Daniels? Credo proprio che sarà necessario un po' d'alcool. »

    Katerina accolse l' invito nel restare. Era palese, certo, visto che si era accomodata sul divano con quella sua aria sensuale, da predatrice. Un modo di stare seduta che stuzzicava Elijah da morire, con quei capelli mossi che le cadevano alla perfezione a lato delle spalle, coprendole in parte sia dietro che davanti, finendo sulle forme dei seni, nascoste da quella felpa non aderente. "..Ho anche di meglio" aggiunse restando ancora sulla porta, dove si erano appena parlati poco prima. Sollevò la mano facendo cenno a qualcuno, alle spalle, di venire avanti. "Vieni" aggiunse infine iniziando a muovere elegantemente qualche passo nel salone. Dal buio dell' ingresso venne avanti un ragazzo sulla ventina, vestito di nero, capelli castani ed occhi castani. Era umano, chiaramente, Elijah non avrebbe mai trasformato qualcuno per fargli fare da servo o schiavo. In mano aveva due scatole di diverse dimensioni. La prima era azzurro pastellato, con un nastro e fiocco blu, la seconda era bianco perla, con un fiocco dalle tonalità grigie argentee. L' uomo avanzò nel salotto, non aveva paura, Elijah l'aveva soggiogato, ed egli appoggiò i due doni sul tavolino basso che si trovava trai due divani. All' interno delle scatole c'erano riespettivamente delle scarpe e un abito..precisamente, in quella più grande vi era un tubino classico di Dior, nero. Nella seconda delle decoltè Manolo. Le taglie erano quelle di Katerina, quindi gli sarebbero calzati alla perfezione. Elijah si fermò dietro al divano opposto rispetto a quello di Katerina, posò le mani pallide sulla spalliera e guardò la donna. "Considerali un anticipo.." pronunciò facendosi sfuggire un velato sorriso, non troppo aperto, ma nemmeno troppo chiuso..un sorriso dosato e vero. Infine dopo aver guardato il proprio schiavo-aiuto-di-casa tornare da dove era arrivato, tornò a fissare la vampira che aveva davanti e infine andò al tavolo dei liquori, sistemato vicino al caminetto. Stappò la bottiglia e poi dopo aver preso un bicchiere di cristallo proveniente dalla Boemia, vi versò nella coppa ciò che Katerina aveva richiesto "Se ti farà piacere, posso indicarti una stanza in cui potrai cambiarti, così da sentirti più te stessa e meno Elena" parlò, lanciandole quella piccola frecciatina.



    elijah mikealson.

    original vampiremore than 1000bamf // protect my family





    code img quote starring: daniel gillies



  5. .
    CITAZIONE (Jeenina @ 24/11/2012, 14:18) 
    *OOO* allora mi faccio liberare e poi appena u.u disponibile vengo a da tuà *-*
    :3 ciao doppelganger

    Kol prova a toccare Elena e ti spezzo *areyouchallengingme?*
    >.< per il resto, attendo la role per liberarti ;D
  6. .
    sheet Ϟ music Ϟ dress




    « i'm an original. show a little respect. »


    Ed eccola. Ad un palmo dal mio naso, a dodici piccoli pollici affiancati uno vicino all' altro, c'era lei. Lei. Non altre, non Elena, non Rebekah, non qualche altra squallida donna del suo passato, ma solo lei. Katerina o forse avrebbe dovuto chiamarla Katherine, perchè era così che ora si faceva chiamare. Tuttavia quel nome scelto non le donava abbastanza, non provocava all' Originale i brividi solamente pronunciandolo. Per Elijah, ella sarebbe rimasta per sempre Katerina, la Petrova di Bulgaria, quella conosciuta nel quindicesimo secolo, quella uguale a Tatia in aspetto fisico e caratteriale, quando era umana, che ora trasformata in vampira rappresentava tutto l'opposto. Eppure, Elijah nè era attratto, sempre, come una calamaita che attira il metallo a sè. Era lì, di fronte, bella come sempre, quei tratti marcati seppur deboli. Ella non era in possesso in una particolare e spiccata bellezza, come un uomo poteva essere attirato subito dalla chioma fluente di una giovane bionda, ma..in tutto quel suo non candore, Katerina era bellissima guardata attraverso gli occhi nocciola scuro di Elijah. La fissò, osservandone i tratti del viso, quella pelle livemente olivastra, gli occhi scuri, le labbra sottili ed inclinate, che un tempo erano state fatte prigioniere di suo fratello Niklaus. Un fratello che non si sarebbe mai meritato l' anima di Katerina. Eppure..egli l'aveva avuta. Aveva avuto la sua attenzione per il suo gioco, per il suo piccolo capriccio di divenire ibrido. Il tempo sembrava fermarsi ogni volta che Elijah la osservava. Egli gli contava ogni cilia, ogni piegatura delle labbra, ogni sfumatura degli iridi dei suoi occhi e si perdeva nei ricordi..come sempre. Ricordi che gli bruciavano l' anima, che gli duolevano dentro, che lo rendevano un piccolo fuscello in valia di una tempesta di vento. Ricordava il calore provato nel guardarla dalla finestra mentre si levava gli abiti, la schiena nuda, quella curva che scendeva sotto i boccoli castani. I piedi piccoli, perfetti, che si sollevavano dai pavimenti freddi della dimora dei Mikealson nel quindicesimo secolo, per entrare nel caldo abbraccio dell' acqua nel catino. Era come se rivolesse ogni singolo ricordo indietro, come se desiderasse più di ogni altra cosa tornare in quell' epoca quando Katerina era umana, per poterla proteggere, per permettergli di non divenire vampira, per punire Trevor del suo amore per ella..per..per..un bacio..per tutto!

    CITAZIONE
    « Stai bene... »

    Un unico sussurro e un tocco fecero concentrare lo sguardo di Elijah nell' osservarla globalmente. Katerina quella notte indossava degli abiti che non le donavano, che non mettevano in risalto il fisico flessuoso e snello. Istintivamente, come se la mano fosse guidata da un burattinaio, Elijah la sollevò. Con il dorso dell' indice e del medio sfiorò il collo della Petrova, scostandole una ciocca castana dietro la spalla, osservandone quella parte di collo nella penombra. "..tu di meno" sussurrò sfiorando la pelle di lei, subito dopo però aggiunse, specificando cosa non le piacesse di lei "I tuoi abiti non ti rendono la bellezza di cui sei dotata" pronunciò piano, come suo solito, abbassando la mano e dischiudendo le labbra quasi compiaciuto.

    CITAZIONE
    « ...Vedo che non sei da meno, non mi offri da bere? »

    Lascio ricadere la mano lungo il proprio corpo, restando immobile ancora dinnanzi ad ella, senza esser stupito dalle sue parole. Katerina era fatta così, appena vedeva un frangente di luce, voleva a tutti i costi scostarne le tende. Quello era il suo modo di essere presente nel mondo. Era la provocazione. Più assoluta a dire la verità. "Se offrirti da bere ti farà restare, perchè no.." disse aprendosi verso la sala con il corpo. Infine con un gesto della mano le indicò il divano, facendo brillare nel buio il colore del lapislazzulo dell' anello. "..prego" disse infine invitandola a restare, e se non l' avrebbe fatto, Elijah l'avrebbe fermata e i modi che aveva per farlo erano parecchi, dai più mansueti a quelli più crudeli perchè, non a caso, nutriva amore ed odio per lei.



    elijah mikealson.

    original vampiremore than 1000bamf // protect my family





    code img quote starring: daniel gillies

  7. .
    *ç* me commossa..
    anche il tuo post è stupendo


    sheet Ϟ music Ϟ dress




    « i'm an original. show a little respect. »


    La lancetta dei secondi scivolava da un numero all'altro da una porzione su sessanta del quadrante nel quale si trovava. Era così sottile che solo uno sguardo aguzzo e attento come quello di Elijah riusiva a scorgenre lo scintillio nella penombra che dominava la propria abitazione. Non c'era luci accese e per quanto si ricordasse, non aveva mai fatto un contratto vero e proprio con la società elettrica di Mystic Falls, quidni era sicuro al cento per cento che quella casa sarebbe stata illuminata ancora da candele, qual' ora gli servissero. Fino ad allora, fino a quel momento in cui doveva far luce nelle cose, non avrebbe piegato nemmeno un dito verso alcun lido di quella stanza. Reclinò il capo in avanti, il mento parallelo al proprio corpo seduto sul divano. Lo sguardo visso dinnanzi a sè stesso a fissare quell' enorme vetrata che aveva davanti. Nessun tendaggio, fuori il buio totale. Solo la luna non piena nel cielo. Davanti alla finestra vi era un tappeto raffinato dalle tonalità bordoux, quando era giorno, dal colore nero quando era notte. Sopra di esso una lucida superfice rifletteva la luce delle finestre. Era così liscia che se ne si seguivano le scie biancastre sullo scuro, Elijah poteva riconoscere il proprio pianoforte. Cassa e la tavola armonica di pioppo, somiere in faggio, 88 tasti in avorio per quelli bianchi ed in ebano per quelli scuri. Un pianoforte pregiato in tutte le sue parti. Proprio come egli. Elijah era pegiato in ogni sua sfumatura, dietro un sorriso spesso si nascondevano significati dimenticati, dietro ad una promessa si nascondeva un alleanza e di fronte ad un affronto, il superamento di confini, una persecuzione e infine la morte. Questo era successo a Trevor. Elijah aveva cacciato lui e sua sorella per secoli, facendogli fiutare ogni singola volta la paura, per poi sparire e ricomparire, creando una specie di suspance in tutto ciò che faceva. Era calmo, ogni muscolo era rilassato. Fissando la luna un piccolo sorriso si abbozzò tra le labbra, mentre il bicchiere tornava a toccare la bocca, la lingua a riavvolgersi del sapore del doppio malto. Gustoso come ogni cosa che prediligeva Elijah. Scoccò il minuto successivo, ora nè mancava un unico a raggiungere le quattro di notte. E proprio come quell' unico, un solo rumore lo distolse dal silenzio che lo circondava, da quel concerto di lancette e meccanismi del proprio pendolo. Elijah socchiuse gli occhi. Avvertii uno schricchiolio dal retro. La porta sul retro era stata aperta. Lentamente riaprii gli occhi accompagnando quel gesto con un ulteriore sorso. Poi..qualcosa. Niente respiro, niente polso e..un profumo. Il profumo di dolci ricordi, piacevoli momenti, sorrisi sfuggenti e luci negli occhi che brillavano come stelle in un cielo scuro. Elijah inspirò l'aria che lo circondava e poi dischiuse le labbra come per godere già della visita, prima che essa sia ufficialmente annunciata. Katerina Petrova era lì. In quella casa. In casa sua.
    CITAZIONE
    « Elijah. »

    Non ci furono altre parole e fù una questione di un battito di cilia. Elijah in quel frammento, con quella velocità donatagli dalla propria razza, aveva abbandonato il bicchiere sul tavolino tra i due divani ed era di fronte a Katerina. Un palmo li divideva. Non c'era spazio per nulla se non per constatare quanto il fisico di Elijah fosse più robusto rispetto a quello della Petrova. Statuario, immobile. La fissò negli occhi, diritto, senza mezze via, senza un velo tra loro. "Katerina.." pronunciò egli in un unico soffio, accentuando la 'r' come se stesse dicendo quel nome in bulgaro. Sorrise di sbieco, soddisfatto forse, lievemente sadico. Lo sguardo ceruleo si inclinò ad osservare i lineamenti del volto di ella. Era strano come un coniglio bianco potesse far visita alla tana del proprio cacciatore. "..vedo che dimentichi sempre le buone maniere" aggiunse infine, mantenendo quell' espressione in viso. Chiaramente stava alludendo al mondo con la quele lei si era introdotta in casa sua. Ma a buon intenditore poche parole.



    elijah mikealson.

    original vampiremore than 1000bamf // protect my family





    code img quote starring: daniel gillies



  8. .
    «Aveva ancora i capelli a metà. A metà fra il liscio e il mosso, a metà fra il chiaro e lo scuro, a metà. Si sentiva ella stessa a metà. Spezzata fra un passato che non le apparteneva più, oramai, e un futuro che non sarebbe mai stato suo davvero. Adesso che Klaus era ancora in vita, adesso che Klaus non era stato ucciso, non c'era niente che avrebbe più potuto fare. Era di nuovo prigioniera di quell'incubo, di nuovo prigioniera della doppelganger che non era, scossa e stremata dall'ennesimo tentativo finito male. Senza protezione e senza niente da perdere, di nuovo e come sempre, a parte ella stessa. Era stata a un passo dalla sua libertà per troppe volte, oramai, per non essere alfine stanca, sfinita in una fuga che, lo sentiva in fondo all'anima, non sarebbe mai finita. »

    (Don't kill my heart and my soul - Katerina Petrova / ~Will)

  9. .
    sheet Ϟ music Ϟ dress




    « i'm an original. show a little respect. »


    La sera era calata su tutta Mystic Falls. Il buio aveva preso posto alla tanta luce che il giorno portava sempre su quei territori. Spesso alle luci o alle ombre vi era la nebbia. Leggiadra quanto una ballerina di danza classica sulle punte, che con il suo tutù argenteo si muoveva circondando, investendo e aleggiando sopra le cose. Delicata e rilassante come le persone non poteva essero mai e poi mai al mondo. Delicati, quale fiore vi era con tale pregiatezza? Nessuno. Persino le fanciulle innocenti non erano più delicate come un tempo quando si stringevano alle sottogonne delle loro madri chiedendo disperatamente di avere il nutrimento necessario. Ora, la televisione e i nuovi mezzi di comunicazione e di massa, stavano rendendo la società diversa. L' innocenza spariva catturata come un piccolo pesce nelle grandi fauci di una balena da ciò che era appellato come moda, cool, nuove generazioni. Il mondo era più sveglio, ma non sempre. Di notte continuva a dormire, esattamente come a quell' ora. Circa tre minuti dalle 4.00. Il grande orologio a pendolo riposto nell' immenso salone spazioso faceva da clessidra. Era uno di quegli orologi di rara bellezza, quando di legno massiccio, legno d' ebano puro con degli intagli pregiati. Il quadrante era diviso in tre cerchi concentrici sovapposti. Il primo segnava i mesi, con le stagioni, il secondo con numeri romani era quello che indicava le ore, mentre l' ultimo quadrante, più piccolo e sistemato al lato sinistro rispetto agli altri segnava i secondi con le fasi lunari. Il pendolo in oro bianco, così come lo erano le lancette, andava da un lato all' altro della cassa provocando un rumore costante che da qualunque uomo non era percepito, ma dall' abitante di quella casa lo era chiaramente. Tuttavia egli paragonava quel ticcherio dell' orologio ad una ninna nanna, dolce, proprio come quella che sua madre non gli aveva mai dedicato. Egli era un vampiro. Il vampiro più antico del mondo, creato direttamente dalle streghe che faceva parte di quelle storie leggendarie che nel 1100 in Italia si erano diffuse con facilità, ma scetticismo, come se se si stava parlando del sango Graal. Elijah il suo nome come quello del profeta che aveva annunciato il Cristo sulla terra. Egli in una posa elegante e statuaria sedeva sul sofà bianco del diciottesimo secolo. Due cuscini erano posati vicino ai braccioli mentre egli era situato nella seduta centrale. Portava un paio di scarpe a punta arrotondata, eleganti, con le stringhe, suola in gomma e in pelle nera, manufatte in Italia. Comode. I pantaloni gessati, neri gli cadevano alla perfezione nascondendo le fattezze delle gambe. Una cintura della stessa pelle delle scarpe li sgringeva in vita. La camicia ordinaria, di un azzurrino misto grigo, era riposta all' interno dei pantaloni. Polsini e collo allaciati alla perfezione. Infine, a completare quel quadro, vi era una giacca, abbinata ai pantaloni. Elijah era un uomo dai tratti duri, il volto non lasciava spesso intravedere i tratti della propria razza, come quelli del proprio carattere. Occhi scuri, profondi come un baratro. Labbra sottili. Un neo dietro all' orecchio destro. Capelli castani chiaro, portati con un taglio standard. Mani perfette, non troppo grosse e non troppo rovinate. Proprio in quel pallore di dita si distingueva un piccolo punto blu. Lapislazzuli. Incantiti nel decimo secolo dalla loro madre. Di quegli anelli ve nè erano solamente sei, cinque indossati da membri della famiglia e uno donato da Finn alla donna che egli amava: Sage. Di dubbia facilità di conquista era una donna dalla chioma rossa, la pelle pallida e gli occhi ghiaccio. Decisamente non il tipo di Elijah. Era sveglio. Non dormiva mai e restava in stato statuario finquando i primi raggi di sole non sarebbero apparsi attraverso le vetrate della casa, finquando essi non avrebbero illuminato parte dell' immenso salone. Solo allora si sarebbe alzato, avrebbe riposto il bicchiere con il doppio malto sul tavolino e sarebbe sceso di sotto per bere, nutrendosi di sangue. Poi la giornata trascorreva tra letture nella propria stanza e la notte sarebbe tornato statuario godendosi pace e silenzio. La casa dove abitava era una villa costruita a fine ottocento, acquistata dall' Originale. Aveva intonachi bianchi esternamente ma anche intermanete. Era enorme, aveva circa una ventina di stanze e si trovava al confine tra Mystic Falls e la cittadina accanto, in un luogo isolato. Le stanze erano tutte vuote, piene sì di cartoni contenenti gli oggetti di Elijah, ma non erano arredate, ad eccezione del salotto, della camera da letto e il bagno. Il resto delle stanze erano chiuse. Non avevano nemmeno mai visto la luce del sole, almeno non nel ventunesimo secolo. Giravano strane voci su quella villa, che fosse disabitata, che fosse maledetta o altro. In realtà erano solo stori messe in giro da Elijah per far stare lontane le persone da tale tesoro. Niklaus, Rebekah, Kol e Finn non sapevano che quella villa apparteneva ad Elijah e così egli si godeva quella libertà, seppur con rabbia e delusione dentro. Si era fidato nuovamente di Niklaus, aveva scoperto le sue menzogne e nè aveva pagato le conseguenze. Fortuntamente Katerina Petrova, la seconda doppleganger lo aveva liberato. Katerina era una donna perspicace e bellissima, gli aveva fatto domande sulla Chicago degli anni 20, su chi li inseguisse ma Elijah non aveva sbattuto cilia. I segreti di famiglia erano di famiglia. Poi ella era sparita, come sempre, senza fornirle più notizie in cambio, inoltre Elijah voleva ardentemente sapere perchè proprio lui aveva liberato, perchè lo aveva fatto ben sapendo che lui desirava tanto ucciderla ed amarla allo stesso tempo. Lentamente si portò alle labbra il bicchiere mezzo pieno del doppio malto, nè aspirò il profumo e nè bevve un sorso. Infine socchiuse gli occhi reclinando il capo all' indietro, gustandosi tale sapore.



    elijah mikealson.

    original vampiremore than 1000bamf // protect my family





    code img quote starring: daniel gillies

  10. .
    CITAZIONE
    oh che bello incontrerò anche Elijah

    chiaramente mi incontrerai *v* e ti passerò un po' di saggezza da big-brother
10 replies since 19/12/2008
.