Business ​​of Blood

Novembre/Quarta Settimana/Mercoledì sera

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    originals
    Posts
    8,611
    reputazione
    +95

    Status
    casper

    BLACK BLOOD, DARK SOUL - Strega, Cacciatrice.

    E il mio cuore non batte più, se non riesco a sentirlo nelle mie vene

    Celeste Nymphadora Forbes, 18 anni
    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

    Che la propria vita non fosse delle migliori, lo sapeva. Di non avere mai avuta in mano la situazione e di non aver mai compreso a pieno perché avesse quel sangue in corpo, se ne rendeva conto. Irrazionale ed illogico come gli incontri potessero cambiare radicalmente le convinzioni della gente, o come in quel caso stravolgere completamente la vita di una persona. Jake, il ragazzo biondo che continuava a chiamarla Barbie a discapito della sua stessa vita, le aveva permesso di dare un senso a quella negatività che sentiva scorrere nelle proprie vene.
    Aveva compreso con le proprie forze di poter utilizzare quei poteri per qualcosa di utile, che poi fosse un "qualcosa" sbagliato, come togliere la vita a poveri essere umani, non vi era alcun dubbio. Lei, con quella magia nera ambita e odiata da molti, sembrava aver perso quel barlume di speranza che l'aveva tenuta in vita per quegli anni. Ora che Jake era partito con l'intera organizzazione, le sembrava di aver perso un brandello della stessa carne, di aver lasciato che il proprio corpo venisse mostrato privo di vesti, nudo, che la propria anima fosse alla portata di tutti e vulnerabile più che mai. In cuor suo sapeva che quello sconforto sarebbe finito, ma era indubbio che se non avesse trovato qualcosa da fare al più presto, sarebbe finita nel baratro della disperazione. La notte, aveva ripreso a cacciare nei boschi: aveva sfogato la propria rabbia contro Vampiri neonati creati per errore, lasciando che il sangue di questi fluisse fuori dal corpo attraverso la magia nera. Prosciugarli dello stesso nettare impuro e dannato che cercavano, era una soddisfazione fuori dall'ordinario. Appagante e lussuriosa la sensazione che provava, tale da renderla uno spregevole essere pieno di abilità. Un'imperfezione umana, un abominio, affatto creato e concepito per camminare tra gli uomini.
    Poi pensava a sua cugina, a quel gruppo di persone che l'avevano scelte, e si sentiva sporca: se qualcuno avesse toccato Caroline? Lei l'avrebbe ucciso, prosciugato dell'anima stessa e costretto a vagabondare per l'aldilà, dall'altra parte, luogo dove le anime le sussurravano di essere Dannata. Osservava Damon e Stefan, quei due Vampiri che lei infondo voleva bene più d'ogni altra cosa, Elena la loro amata, e Bonnie la ragazza che in corpo aveva più magia nera di quanta fingesse di non averne.
    Le due cugine avevano deciso di incontrarsi presso la piazza della Città, luogo tranquillo, dove senza alcun dubbio avrebbero potuto parlare ed evitare spiacevoli incontri. Come quello che le era capitato giorni fa, con un essere soggiogato che le aveva confessata che qualcuno o qualcosa aveva bisogno di lei: se il proprio Ceppo magico di provenienza fosse divenuto noto, avrebbe rischiato la propria vita fino a soccombere contro più d'uno stregone. Era comunque sicura che quell'essere fosse così vicino a lei da averla osservata a debita distanza più d'una volta: poteva dunque comprendere l'interesse che serbava nei suoi confronti, ma voleva qualcosa in cambio. Se fosse stato un Vampiro più grande rispetto alla propria Cugina - cosa probabile - e ai suoi amici stessi, avrebbe chiesto lui protezione per la Bionda. Forte, arrabbiata, indipendente, ma comunque non centenaria, o figuriamoci millenaria.
    «Due caffé, Grazie.» Mormorò sorridendo appena alla donna. Pagò, prese tra le proprie mani i caffé, e si diresse a passo lento verso una panchina, accomodandosi su essa. Poggiò la schiena contro lo schienale e osservò con fare indifferente le coppiette che passavano da li: vide due ragazzi, biondi, e sorrise ripensando a lei e Jake. Non erano mai stati una coppia, ma le dispiaceva di non averlo più tra i piedi: sentì un brivido percorrerle la schiena e chiuse gli occhi, lasciando che le singole cellule del proprio corpo si riempissero di quella reazione e la condividessero a pieno tra esse. I suoi sensi, smossi, sembravano essersi allarmati: non ebbe il tempo di aprire gli occhi che individuò Caroline. Percepiva la presenza di quella Vampira, come sicuramente lei percepiva la propria. Le sorrise, da lontano, accoccolandosi nel frattempo tra il proprio cappotto nero.


    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
    celeste nymphadora forbes » SCHEDA - DRESS - MUSIC - CREATED BY DANNY ©



    Edited by danny‚ - 4/10/2012, 18:33
     
    Top
    .
  2. KAY «
        +1   -1
     
    .

    User deleted



    VAMPIRE - 17 years old, student

    ♡ It doesn't matter how many times I dance with him. I love you ♡

    Caroline Forbes
    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Da piccola avrei dato qualsiasi cosa pur di poter trascorrere un po' di tempo a giocare con lei, ma la lontananza me l'aveva sempre impedito. Adesso che vivevamo nella stessa città, avremmo dovuto recuperare tutto il tempo, e invece, mi sembrava che non fosse quasi cambiato nulla. Come al solito, gli ultimi due mesi erano stati un vero e proprio disastro. L'estate era passata in fretta e, stranamente, in modo pacifico. Klaus aveva lasciato Mystic Harbor, convinto di aver eseguito il rito nella giusta maniera, convinto di aver ucciso Elena. Era andato via, portando con sè Stefan -motivo per cui la mia amica, Elena, era successivamente sprofondata nel baratro- e ci aveva graziati, per circa due o tre mesi, della sua assenza. Chiaramente, lo spasso era finito ben presto. Avendo capito di essere stato ingannato, Klaus non aveva perso tempo, ed era tornato a farci visita. Elena e Tyler avevano rischiato di morire nella stessa notte, ma alla fine la prima era stata salvata da Damon, giusto in tempo, e l'ultimo, era diventato il primo ibrido ben riuscito. Insomma, nonostante fossero parecchie, le cose che avrei voluto fare, come godermi il mio ultimo anno di liceo, per esempio, o vivere a pieno la mia relazione, o per l'appunto, trascorrere del tempo con Celeste, la mia adorata cugina, ultimamente era tutto talmente incasinato, da non permettermelo. Non ci riuscivo proprio, mi sentivo impedita perchè ce n'era una al giorno. Trovare un buco di tempo per un caffè, quella sera, mi parve non a caso un miracolo.
    Ero rimasta a scuola fino a tardi, per la riunione con le cheerleader. Avere Rebekah in squadra era davvero snervante. Mi sembrava di dover competere con lei momento per momento. Non andavamo minimamente d'accordo, era una lotta continua. Qualsiasi cosa dicessi o decisione prendessi, era inevitabile ritrovamerla contro. Non che io facessi da meno, ovviamente. Ma cominciavo ad esserne stufa. Tyler invece era diventato intrattabile. L'asservimento l'aveva reso.. Dio non riuscivo a credere che fosse davvero successo. Mi riempiva di rabbia semplicemente pensarlo. E la cosa peggiore in tutto questo, era ritrovarsi in una posizione di assoluta e totale impotenza. Non potevo fare niente affinchè le cose cambiassero. Non poteto rimettere apposto Tyler perchè l'unico modo che conoscevamo per farlo, era uccidere Klaus, e la cosa sembrava essere alquanto impossibile, almeno per il momento. Dovevo farmene una ragione, forse avrei dovuto ringraziare il cielo che fosse finita così, e non peggio -visto che la probabilità c'era stata eccome- e iniziare a considerare gli aspetti positivi di quella situazione, come il fatto che il suo nuovo stato da ibrido, gli avrebbe risparmiato tutte quelle insopportabili trasformazioni. Ma io non è che non li vedessi, gli aspetti positivi, lo facevo davvero, in continuazione. Solo che.. Avevo bisogno di lui, ecco. Di lui, e non del ragazzetto strafottente di un tempo, e che a tratti, il suo nuovo modo di fare, mi faceva ricordare. Non fraintendetemi, non andava esattamente così. Tyler continuava ad esserci per me, in fin dei conti. Solo che, le cose erano un po' cambiate. Klaus era la sua priorità. Mi era sembrato di capire che, l'asservimento, lo costringesse a metterlo al di sopra di tutto quindi, anche sopra di me. D'accordo, non era questo il problema principale. Ero molto più preoccupata per lui, per la sua condizione, e ancor più arrabbiata con Klaus, che per puro piacere, aveva deciso di prendere in mano la sua vita, per farne tutto quel che volesse. Ciò che mi premeva di più era, chiaramente, risolvere il problema per restituirgli la libertà di prendere le sue scelte e non dover essere sempre condizionato da quelle di un altro, di essere se stesso. Ma non potevo pur sempre fare a meno di notare quel piccolo particolare, e quindi non rimanerci male. Tra tutte le cose che mi avevano portata ad affezionarmi a lui, era stato anche il modo in cui Tyler fosse sempre riuscito a farmi sentire importante. Cosa che non avevo mai trovato in nessun altro, e che mi aveva fatto stare bene, per tutto il tempo. Comunque, avrei tenuto duro. Non potevo abbattermi, era solo una questione di tempo. A tutto c'è una soluzione, e anche sta volta, prima o poi, sarebbe arrivata. L'importante, era crederci.
    «Ehi, tesoro». Celeste aveva preso posto su una panchina, in piazza, dove avevamo deciso di darci appuntamento. Subito la salutai con un grosso sorriso, e presi posto al suo fianco. Ero davvero felice di vederla. Sua madre, mia zia, nonchè sorella di mio padre, me l'aveva sempre tenuta lontana. I rapporti tra i nostri genitori non erano mai stati dei migliori, per cui, non era stato semplice neanche per noi, coltivare bene il nostro rapporto. Eppure non avevamo mai smesso di sentirci, ogni tanto. Andavamo d'accordo, molto d'accordo, nonostante lei fosse una strega ed io, beh lo sapete tutti, un vampiro. Insomma, la mia vita era un continuo andar contro alle regole, sembrava volessi a tutti i costi sfatare le varie convenzioni. Il mio ragazzo era un licantropo, la mia migliore amica una strega e mia cugina, non di meno. Ma non lo facevo apposta, ve lo assicuro. «Sono in ritardo?» Comunque non ero la sola ad aver avuto da fare, in quegli ultimi tempi. Celeste era sempre presa dalle sue cose e da quel Jake. Anche se a vederla, mi sembrava già di intravedere qualcosa che non andasse sul suo viso, nella sua espressione. Non era raggiante come l'ultima volta. Ma avrei avuto modo di chiederle. D'altronde, sapevo già come avremmo trascorso qualche oretta. A raccontarci, l'un l'altra.

    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
    caroline forbes » SCHEDA - DRESS - MUSIC - CREATED BY DANNY ©



    non fare caso ai colori del role scheme, è un pugno in un occhio, lo so. Ma ultimamente mi sono fissata col verde ahahah


    Edited by KAY « - 19/10/2012, 15:32
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    originals
    Posts
    8,611
    reputazione
    +95

    Status
    casper

    BLACK BLOOD, DARK SOUL - Strega, Cacciatrice.

    E il mio cuore non batte più, se non riesco a sentirlo nelle mie vene

    Celeste Nymphadora Forbes, 18 anni
    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

    Non erano le solite adolescenti bionde, con gli occhi azzurre, alte e pronte a sfilare nelle passerelle: non avevano disfunzioni ormonali o disturbi alimentari, esulavano da quelli che erano i problemi della maggior parte delle loro coetanee. I loro occhi, quelli di Celeste come smeraldi incastonati da millenni e quelli di Care come Zaffiri con sfumature impercettibili, parlavano chiaro: occhi apparentemente spenti e tristi, che celavano l'animo di due guerriere pronte a ribaltare le sorti di quel mondo.
    Le bastava chiudere gli occhi per rivedere l'oscurità attorno a lei, rivedersi giovane, rotta e spaventata con una famiglia assolutamente priva di razionalità. Rivedeva la nonna che cercava di ucciderla, la propria madre morta per salvarle la vita. Poi li riapriva, e si vedeva adulta e priva di senso di colpa, con quel lasciato burrascoso lasciato alle proprie spalle ed un senso di incomprensione verso le sue coetanee. Stringeva i pugni, e cercava una ragione per portare avanti la propria crociata: qual'era il suo scopo? Perché non si alleava con i malvagi visto che il proprio sangue le suggeriva di fare proprio quello? Poteva cedere a quell'eccitazione smisurata che profanava il proprio corpo quando utilizzava la magia nera: superiore all'apice del piacere raggiunto durante un atto sessuale, più doloroso di una serie di pugnalate. Ma appagante al pari del rosso nettare vitale che adoravano i Vampiri: loro non volevano uccidere o nutrirsi, ma dovevano farlo per sopravvivere. E lei adorava utilizzare quei poteri.
    Farli fluire dal proprio corpo ed infrangerli contro un corpo. Umano o morto-vivente, non le interessava: il punto era che, paradossalmente, utilizzare quei poteri era fonte di piacere, lussuria e sfogo al contempo.
    Ma, forse, una ragione c'era. Ed era la propria cugina, la ragazza per la quale avrebbe persino rinunciato alla stessa vita, tanto l'adorava. Come adorava Liz del resto. La trattavano al pari di un membro della famiglia, non le avevano mai fatto mancare nulla: comprendevano che nella famiglia Forbes vi fossero diversi scheletri nell'armadio, bastava conoscere e frequentare il padre di Caroline per capire quanto fosse particolare quel ceppo di umani. Era insano, comunque, come una serva della notte e una della natura si amassero a discapito delle leggi naturali: dovevano combattersi, uccidersi, farsi la guerra. Invece l'una era la forza dell'altra e non vi era alcuna legge a contrastare quell'unione, se non la loro propensione a voler far del bene a tutti i costi. Ad essersi schierate dalla parte dei buoni, sebbene...
    sebbene Celeste cercasse l'appoggio di un Originale. Lo voleva, a tutti i costi, desiderava garantire l'incolumità della cugina e prendere parte ad un disegno più grande. Ma quello era solo uno dei suoi interessi, che doveva ancora attuare. "Ehi, tesoro" Ricambiò il sorriso della cugina lasciando che quella voce calda e confortevole la coccolasse. Era sempre abituata alla voce rude di Jake, agli insulti che si scambiavano senza sosta, a quel sorriso buffo e burbero che riusciva a strappargli quando, di tanto in tanto, lo rimproverava. Lei che era così presa da quella magia e dal proprio ruolo "amatoriale" da cacciatrice, non poteva dar spazio all'amore. Doveva rifiutarlo in ogni modo, ma poteva benissimo concedersi delle notti di piacere con Ken, che aveva comunque trovato parte - o completo - conforto in una sua vecchia fiamma. Lei non si sentiva affatto fuori luogo: quell'unione le andava comunque bene, infondo Jake era solo il suo compagno d'avventura. Quello che partendo le aveva lasciato rabbia dentro, che le aveva lasciata in custodia la propria casa e baciata prima di partire come se quel gesto fosse dovuto.
    Osservò attentamente Caroline, sorridendo ancora di più. Le piaceva quella ragazza, in senso lato e relativo ovviamente: era la sua forza, sotto diversi aspetti.
    "Sono in ritardo?" Scosse la testa, prendendo molto respiro, porgendole uno dei due caffé che aveva preso. Avevano imparato a prenderlo insieme, da adolescenti, durante una delle poche volte in cui la propria madre si trovava a discutere col padre di lei, o meglio a litigare. Celeste e Care erano il fulcro delle loro liti: l'una imprecava perché suggeriva che la propria figlia non fosse un mostro, l'altro che la sua fosse capace di resistere ai Soprannaturali e quindi doveva stare lontana dalla cugina per non contaminarsi. Lei era diversa, comunque, malvista persino dalle stesse e poche streghe che aveva frequentato nella fanciullezza.
    «Mi dispiace per ciò che Klaus ha fatto a Tyler: non meritava di diventare il suo primo Ibrido.» Poggiò la propria mano su quella della cugina, carezzandola con molta cautela e delicatezza col proprio pollice. Le era vicina, perché comprendeva cosa fosse la dipendenza da qualcosa: la stessa Care lo comprendeva, in quanto l'una dipendeva dal sangue e l'altra dalla magia nera. Abbassò per un istante lo sguardo, «dall'altra parte, hanno iniziato a parlare di Klaus. Ha esagerato, ha contribuito ad aumentare lo squilibrio tra natura e abomini. Così dicono.» Riportò le esatte parole che sentiva spesso sussurrare alle streghe decedute, sebbene non a tutte: non sempre le veniva concesso di comprendere le loro conversazioni, spesso ne era tagliata fuori perché lei stessa era un errore, come Care e i Vampiri stessi.
    «Ad ogni modo, come sta la mia amata cugina?» Esordì con raggiante sorriso, evitando di pensare per un istante a Jake o ai problemi interni, magici.


    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
    celeste nymphadora forbes » SCHEDA - DRESS - MUSIC - CREATED BY DANNY ©

     
    Top
    .
  4. KAY «
        +1   -1
     
    .

    User deleted



    VAMPIRE - 17 years old, student

    ♡ It doesn't matter how many times I dance with him. I love you ♡

    Caroline Forbes
    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Ultimamente, oltre alle varie delusioni e preoccupazioni di cui vi ho già parlato e che mi davano il tormento, avevo perso anche buona parte della positività che mi aveva sempre contrassegnata. Per tutta la mia adolescenza, ne avevo avuto davvero di bisogno e nonostante essere Caroline Forbes non fosse mai stato semplice, grazie al cielo, non mi era mai mancata. Angosciarmi di paranoie mentali era stato, per lungo tempo, parte del mio essere e, di conseguenza, parte di ogni mia giornata. Non che adesso avessi del tutto smesso di ossessionarmi con fissazioni e manie di vario tipo; diciamo piuttosto che avessi acquistato un po' di maturità -vuoi il fatto che non avessi più quindici anni, vuoi l'essere diventato un vampiro- e insieme con esssa, anche una più abile e migliore capacità di controllare e badare a me stessa. Capacità di cui, per l'appunto, per natura e caratterialmente parlando, non fossi mai stata una grande dentrentice. Ma sebbene un nonulla, sarebbe certamente bastato ad alterare l'equilibrio instabile della vecchia me, l'ottimismo non mi era mai mancato. Era la formula che mi aveva sempre dato la forza di andare avanti, di rialzarmi ad ogni caduta. Potrebbe sembrare infantile, magari lo era davvero, ma in genere bastava davvero poco a sollevarmi il morale. Se da una parte potevo prendermela per una cosa da nulla, sprofondare per una semplice banalità, come per esempio il fatto che Elena fosse più brava di me ad attirare l'attenzione dei ragazzi, per aver sorpreso Bonnie a raccontarle qualcosa che a me non avesse detto, oppure semplicemente per aver organizzato un party mal riuscito, dall'altra parte, solitamente, ero sempre stata brava a rincuorarmi con altrettanta leggerezza. Coglievo un piccolo particolare, e subito ne approfittavo per farne un nuovo punto di partenza. Quando i Salvatore erano arrivati a Mystic Falls, per esempio. In un primo momento, accettare il fatto che Stefan, il nuovo arrivato, avesse scelto, come al solito, la mia amica Elena mi aveva mandato in crisi. Lei neanche si sforza e chiunque, comunque, la sceglie. Io invece ci provo, con tutte le mie forze, ma non sono mai la vincitrice. Ricordo di averlo detto a Bonnie, inappropriata, come sempre. Ma ricordo anche di essermi ricreduta si e no una manciata di minuti dopo, non appena Damon avesse manifestato un minimo interesse nei miei confronti. Certo, poi ci ricadevo, in continuazione; la prima occasione, era buona, ottima per ritornare ad affligermi con la stessa fissa. Ma sul momento, potevo cambiare stato d'animo, da un opposto all'altro, con una prontezza davvero formidabile. Bene, questa era sicuramente una delle perizie, tipiche della mia fase ingenua, dei miei trascorsi da umana, di cui sentissi maggiormente la mancanza. Ero fiera di aver superato buona parte delle mie insicurezze, felice di non dover più andare alla costante ricerca di un modo per non essere superficiale. Eppure, spesso, mi capitava di rimpiangere non poco dei vecchi tempi. Spesso avevo come la sensazione di precipitare, un po' alla volta, sempre più in fondo al baratro. Mai un miglioramento, le cose cambiavano continuamente, ma sempre in peggio. C'erano sprazzi di luce, in tutto questo; momenti in cui potevo fermarmi, talvolta più, generalmente meno, e rallentare la caduta. Il tempo trascorso con Tyler, ne era una esempio. La relazione che avevamo costruito, oppure l'improvvisa sintonia che io e mia madre avessimo, dopo parecchio tempo, finamente ritrovato. Avevo le mie ragioni per vivere, anche all'interno del mio mondo rovinoso e drammatico riuscivo ad ottenere qualche importante soddifazione. Era la perenne instabilità a demoralizzarmi continuamente. Il fatto che non potessi contare quasi su niente, la consapevolezza che da un momento all'altro tutto potesse sfuggirmi di mano, un'altra volta, soprattutto le cose alle quali tenessi con particolare interesse, mi rendeva malinconica e assente. Si, assente. La mia testa era sempre altrove. Ora preoccupata per una ragione, ora intenta a tappare un buco di quì, ora un altro di lì. C'era sempre qualcosa che andasse storto, qualcosa da aggiustare, da rimettere apposto. In compenso però potevo dire di essere circondata dalle persone giuste. Sapere di non essere sola a dover affrontare tutto questo, cambiava le cose nettamente. Era la mia fortuna più grande. Celeste, mia cugina, era una delle persone che, ad occhi chiusi, avrei certamente inserito in questo contesto.
    «Mi dispiace per ciò che Klaus ha fatto a Tyler: non meritava di diventare il suo primo Ibrido.». No, non lo meritava affatto. Ma preferii semplicemente annuire, inespressivamente, piuttosto che pronunciarmi a riguardo. Erano troppe le cose che avrei potuto dire decidendo di affrontare quel discorso, così tante che un semplice Già, anch'io lo credo non gli avrebbe neanche minimamente reso giustizia.
    «Dall'altra parte, hanno iniziato a parlare di Klaus. Ha esagerato, ha contribuito ad aumentare lo squilibrio tra natura e abomini. Così dicono.» Sta volta prese forma sulle mie labbra l'accenno di un sorrisino amaro. Amaro perchè ci avrei scommesso tutto, neanche gli spiriti infuriati dall'oltretomba, avrebbero potuto contro il caro Niklaus. Il giorno in cui saremmo riusciti ad annientarlo, era ancora lontano anni luce, in cuor mio lo sentivo perfettamente. Eppure recentemente mi era sembrato incredibilmente di riuscire a cogliere nello stesso mostro che avesse reso il mio ragazzo il suo schiavetto, qualcosa, tratti a momenti impercettibili, somiglianti a una sorta di ambigua e inquietante umanità. Non fraintendetemi: lo odiavo, questo era indiscusso. Semplicemente, c'era qualcosa nel suo atteggiamento, nei miei confronti, ad essermi parso diverso, recentemente. Non mi era ancora chiaro di cosa si trattasse, ma in ogni caso, ero certa che, anche sta volta, non potesse essere nulla di buono.
    «Buono a sapersi.» Esclamai, prima di iniziare a sorseggiare il mio caffè. «E' ora che uno dei tuoi amici spiriti scenda a prenderlo a calci in culo. Magari è la volta giusta». Ci scherzai sopra, ironica ed amara al tempo stesso. Era la disperazione a parlare.
    «Ad ogni modo, come sta la mia amata cugina?». Ed ecco arrivare la domanda da un milione di euro. Come andasse. Potevo avvalermi della facoltà di non rispondere? D'accordo, non era in caso. Fare la melodrammatica, non mi era mai piaciuto. Anche nei momenti peggiori, io sorridevo. Mi sforzavo maledettamente, era complicato, ma mi ostinavo a farlo. Non ero più la piccola e insicura Caroline, ricordate? «Và alla grande.» Mi mantenni sull'ironico, in un primo momento. «No, insomma.. Supereremo anche questa». Annuii, per essere ancora più convincente, e poi abbozzai perfino un sorriso. «A te come và? Mi sembri un po'..» La squadrai bene in viso, nuovamente. «Spenta Ero sicura che c'entrasse quel Jake, anche sta volta. Sicura al cento per cento. Ah, gli uomini.

    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
    caroline forbes » SCHEDA - DRESS - MUSIC - CREATED BY DANNY ©



    Edited by KAY « - 19/10/2012, 15:26
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    originals
    Posts
    8,611
    reputazione
    +95

    Status
    casper

    BLACK BLOOD, DARK SOUL - Strega, Cacciatrice.

    E il mio cuore non batte più, se non riesco a sentirlo nelle mie vene

    Celeste Nymphadora Forbes, 18 anni
    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

    Anni fa, una comune strega l'aveva additata ritenendola come fortunata in quanto possedeva dentro di sé il sangue dei Balcoin, indi del Demonio. L'ipocrisia di quella ragazza l'aveva condotta a rifiutare completamente la magia nera, quasi come si sentisse sporca per ciò che effettivamente puro non era, che le scorreva tra le vene. Sarebbe stata una folle a non apprezzarlo, ma d'altra parte sentiva perfettamente che di fortunato in lei vi era ben poco. Che quei poteri lussuriosi e allettanti nascondevano più responsabilità che benefici, che lei stessa per arrivare a controllarli aveva combattuto con la rabbia che aveva in corpo, e che era riuscita a plasmare e convertire in potere. Sapeva che quella fonte di malvagità era qualcosa di eccezionale, ma che al contempo poteva paragonarsi ad un calvario senza fine che l'avrebbe accompagnata finché non avesse preferito di smetterla, di lasciarsi andare ed arrendersi. Continuava a lottare, comunque, preferendo l'alternativa della gloria e della grandezza a quella del potere comune. Celeste non era di certo la stessa ragazza di anni fa, oggi era colei che aveva compreso come poter sfidare la morte e riportare in vita gli spirti, colei che riusciva a fermare i cuori della gente per poco tempo affinché potesse compiere incantesimi e rituali. Era la ragazza dagli occhi spenti, che nascondeva un anima così logorata e tormentata da non poterla nemmeno rivelare con le proprie aridi. Tant'era grande il suo dolore, la consapevolezza di aver perso quasi tutti e la speranza di non perdere nuovamente quei pochi affetti che le erano rimasti. La zia Liz, che l'aveva trattata come una seconda figlia, la sua "sorella surrogata", Caroline. E poi vierano i membri di quel gruppo, e gli estranei ad esso che preferiva non considerare parte di quel grande disegno. Due, Klaus e Damon, che contribuivano a stimolare parti di lei che fino ad allora aveva preferito ignorare: quello folle e malvagio, e quello passionale. Ma era quando si trovava di fronte alla bionda bellezza vampiresca, che si chiedeva se la sua vita fosse giusta. Se i suoi patti con l'Ibrido fossero concreti: il suo servizio in cambio dell'incolumità di Caroline. Era davvero così determinata a tutto pur di non vedere soffrire sua cugina, che aveva già ricevuto dalla vita più di una porta sbattuta in faccia?
    Se avesse confessato di quelle unioni, di quelle relazioni, probabilmente sarebbe stata giudicata. Avrebbero giudicato il suo modo di comportarsi, la maschera che indossava ogni giorno della quale riusciva a spogliarsi solo con Caroline: l'avrebbero forse esiliata come avevano fatto le streghe e gli spiriti bianchi. Ma la bastava chiudere gli occhi e stringere i pugni delle mani per vedere i visi delle persone che amava, e abbandonarsi al loro ricordo, così da supportare quella situazione.
    Tornò ad osservare le iridi azzurre della cugina, quasi sentendo una vocina dentro di sé che le suggerisse di sorridere e non apparire completamente distaccata dalla realtà. La stessa vocina dell'insensibilità che si faceva viva quando uccideva un vampiro, nel momento in cui il morso pervadeva dentro di lei, quando si domandava perché in quanto mostri succhia-sangue fossero così simili alla stessa loro assassina che stava per spedirli dall'altra parte. Sapeva di non poter fingere, ma continuò comunque a sorridere per correttezza personale, per il profondo rispetto che provava verso la bionda vampira.
    "E' ora che uno dei tuoi amici spiriti scenda a prenderlo a calci in culo. Magari è la volta giusta" Rise di gusto a quelle parole, lasciandosi trasportare dall'idea di poter sconfiggere Klaus. Gli spiriti del bene l'avevano messa davanti ad una scelta: aiutarlo ed essere rinnegata, combatterlo ed essere accettata. Aveva preferito la prima, accettando completamente la magia nera, quindi lei poteva diventare la sua stessa carnefice.Avvicinandosi a lui sarebbe diventata in parte, o completamente, il suo calvario. Intanto doveva giocare bene le sue carte, per non perire né farsi scoprire.
    "Và alla grande. «No, insomma.. Supereremo anche questa." Sorrise, com'era solita fare, stringendo la mano della cugina. Quella frase, "supereremo anche questa", l'aveva sentita così tante volte da non tenere nemmeno il conto ormai. Prima sua nonna, poi sua madre, Jake e adesso lei: sapeva che alla fin fine qualcosa finiva col rompersi. E tornare indietro no, non era possibile.
    "A te come và? Mi sembri un po'.. Spenta?" Scosse involontariamente la testa, alzando le spalle, lasciando che la propria testardaggine prevalesse contro il bisogno di raccontarsi e farsi aiutare dalla propria cugina. Inclinò la testa di lato, osservando distrattamente il panorama scuro della sera, e sospirò.
    «Quando il destino si deciderà a concederci la serenità, forse crederò alle tue parole. "Supereremo anche questa", si, ti credo. Ma ne arriverà un'altra, dopo un'altra ancora, e saremo immerse in una serie di problemi insormontabili tali da farci dimenticare che dietro alla nostra natura da abomini si nascondono comunque due ragazze.» Era uno sfogo, quello, dettato dal fatto che lei stessa - come Caroline - non faceva altro che lottare sin da quando era solo una ragazzina. Lasciò perdere quella frase, quel lungo discorso: finse di non averlo detto, e preferì dedicarsi alla domanda che lei le aveva rivolta. «Jake è andato via, e non ho ancora accettato l'idea di vivere da sola. Per il resto, una vecchia conoscenza si è fatta viva. I cambiamenti non mi piacciono.»
    Mormorò con un filo di divertimento ed ironia, sorridendo alla cugina. «Mi sei mancata.» Disse stringendola a sé, pur di non continuare, o di mostrare quelle iridi divenute improvvisamente lucide ed espressive. La strinse a sé, senza dir niente, come da copione.


    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
    celeste nymphadora forbes » SCHEDA - DRESS - MUSIC - CREATED BY DANNY ©

     
    Top
    .
  6. KAY «
        +1   -1
     
    .

    User deleted



    VAMPIRE - 17 years old, student

    ♡ It doesn't matter how many times I dance with him. I love you ♡

    Caroline Forbes
    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • -Quando il destino si deciderà a concederci la serenità, forse crederò alle tue parole. "Supereremo anche questa", si, ti credo. Ma ne arriverà un'altra, dopo un'altra ancora, e saremo immerse in una serie di problemi insormontabili tali da farci dimenticare che dietro alla nostra natura da abomini si nascondono comunque due ragazze.- Mi ero sempre domandata come facesse, Celeste, ad avere la risposta giusta in ogni momento. Anzi, a dire il vero, piuttosto che di risposte giuste, quì si trattava di riuscire a tradurre perfettamente qualsiasi cosa le capitasse di leggere nei miei occhi. Uno sguardo, qualche parola buttata giù tanto per per rispondere, e mia cugina aveva già inquadrato impeccabilmente il dicorso ed il mio stato d'animo. L'adoravo, per questo. Ci sono momenti, in cui avresti davvero infinito bisogno di parlare con qualcuno, di sfogarti. Ma non lo fai. Non lo fai per paura di essere invadente, per non correre il rischio di annoiare la gente, per evitare sguardi forzatamente dispiaciuti o discorsi compassionevoli di cui potresti fare a meno tranquillamente. Quando Celeste era nei dintorni, un po' come nel caso di Elena o Bonnie e, da qualche mese a questa parte, anche di Tyler, non correvo mai il rischio di incombere in problemi di quel tipo. Ragazzi come altri. Ecco cos'eravamo, noi, infondo. Il fatto che le nostre nature andassero contro la stessa, non cambiava le carte in tavola. Ragazzi, con qualche potere soprannaturale, ragazzi sfuggiti alla morte un nonsochè di volte, ma pur sempre ragazzi.
    Eppure, i problemi con cui avevamo a che fare ogni giorno, avevano la fastidiosissima peculiarità di riuscire ad attirare la nostra totale attenzione e concentrazione, facendo si che arrivassimo a dimenticarci totalmente tutto il resto. Più che dimenticare, diciamo, che non avessimo proprio neanche il tempo giusto, e necessario, da dedicarci. Detto con molta sincerità, avrei tanto voluto sbattermene di tutto, al momento, e lasciare che fosse il mio istinto, a guidarmi. Io e Tyler passavamo il tempo a litigare, recentemente, in continuazione, quando invece, io, avrei decisamente preferito prenderlo e baciarlo, o spogliarlo, o qualsivoglia, fregandomene del fatto che Klaus l'avesse asservito e quindi, che la sua nuova condizione da ibrido potesse rivelarsi un problema per tutti. Goderci la nostra relazione, attimo per attimo, proprio come svessimo fatto durante tutta l'estate, piuttosto che rimproverarlo continuamente, e preoccuparmi di cosa pensassero gli altri. In fin dei conti, nei miei confronti, Tyler non era cambiato. Continuava a manifestarmi il suo interesse, ad esserci, per me, momento per momento. Nonostante temessi che potesse accadere, da un momento all'altro, non mi aveva ancora voltato le spalle, tutt'altro. Ma non era da me, considerare solo i miei vantaggi, e fregarmene di tutto il resto. Sarebbe stato egoista, ed io non lo ero affatto. Come avrei potuto, non essere preoccupata per lui? Rimanere indifferente nella consapevolezza che il ragazzo che amassi avesse interamente perduto la sua facoltà di scelta? La sua libertà? Era una cosa impossibile. Ero disperata, altrochè. Era un pensiero contante, un chiodo fisso. Per questo non potevo continuare a fare come se nulla fosse, per questo non potevo concentrarmi sul fatto che fossi pur sempre una ragazza di quasi diciotto anni, la quale avrebbe gradito non poco poter fare tutto quel che ci fosse da fare, in quanto tale.
    Chiaramente, Tyler era solo il problema che mi angustiava principalmente, in quel periodo. Ma non per questo, era l'unico. C'erano una miriade di cose a tenermi in allerta. Klaus che tentava di appropriarsi di Elena, la mia amica, per farne una rifornitrice ambulante di sangue -magico-trasforma-ibrido; Stefan lo squartatore, il ritorno.. Volete che continuii? Sono sicura di no. Insomma, che avessi o meno perduto la mia positività, avrei sfidato chiunque a rimanere sereno nel bel mezzo di tutta questa bufera. E sapete qual'era la cosa peggiore? Ciò che mi demoralizzava totalmente, che mi buttava a terra, proprio, era epresso interamente nelle ultime parole di mia cugina. Sapere che non sarebbe mai finita, che risolto un problema, ne sarebbe arrivato un altro. Proprio da ciò, deriva buona parte della mia desolazione.
    «Ogni volta sembra che tu riesca a leggermi dentro». Lasciai che i miei pensieri fuoriuscissero dalla mia bocca. «Sicura di non aver utilizzato poteri magici o quant'altro?» Ci scherzai sopra, e detti un'ultima stretta alla sua mano, prima di staccarla, e buttare giù un ultimo sorso di caffè con l'altra mano.
    «Jake è andato via, e non ho ancora accettato l'idea di vivere da sola. Per il resto, una vecchia conoscenza si è fatta viva. I cambiamenti non mi piacciono.» Non mi ero mai fidata di quel ragazzo. Mi aveva sempre dato l'imprssione di uno troppo preso dalle sue cose, per poter dare a Celeste le giuste attenzioni che meritasse e di cui avesse bisogno. Non m'importava il fatto che lei cotinuasse a sostenere di non essersi mai aspettata nulla dall'altra parte. Sapevo che infondo teneva molto a lui, e che staccarsi dallo stesso non sarebbe stata cosa facile. «Cosa aspettavi a dirmelo? Sai che la mia porta è sempre aperta e sai che adoro averti tra i piedi, per cui». Ridacchiai. Mi avbrebbe fatto davvero piacere, ospitarla. Così sarebbe stato molto più semplice scambiare quattro parole, e non avremmo dovuto fare i salti mortali per vederci, com'era successo recentemente.
    «Di chi stai parlando?» Non mi preoccupavo mai di essere inopportuna quando davanti avevo Celeste. In genere eravamo solite raccontarci di tutto, confidarci anche il segreto più intimo. Io mi fidavo ciecamente di lei, e lei di me. Era il bello del nostro rapporto, e anche ciò a non essersi mai alterato, nonostante la distanza e tutto.

    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
    caroline forbes » SCHEDA - DRESS - MUSIC - CREATED BY DANNY ©



    Edited by KAY « - 20/10/2012, 17:47
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    originals
    Posts
    8,611
    reputazione
    +95

    Status
    casper

    BLACK BLOOD, DARK SOUL - Strega, Cacciatrice.

    E il mio cuore non batte più, se non riesco a sentirlo nelle mie vene

    Celeste Nymphadora Forbes, 18 anni
    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

    Erano le stesse bambine che, più d'una volta, durante la notte avevano pianto in silenzio con il volto rivolto contro il cuscino pur di soffocare i gemiti di dolore? Le bambine che avevano perso in senso astratto e anche fisico i loro affetti: le principessine della famiglia Forbes, un cunnubio, due anime e due corpi ben distinti che nonostante le differenze erano molto simili. Era in quei momenti di totale sintonia con la cugina che Celeste ringraziava la discendenza della propria madre, sorella del padre di Care, che le aveva permesso in un modo o nell'altro di avere Liz e Caroline come parenti. Avrebbe perso la retta via - letteralmente - se non avesse avuto le due donne nella propria vita: avrebbe perso ogni contatto con il mondo, e dimenticata cosa fosse una famiglia, un nido di persone e affetti che ti riscalda il cuore. Liz somigliava in un certo modo alla propria madre, alla donna che più d'ogni altre si era sacrificata per la propria bambina, ostentando amore e sincerità: il padre di Caroline, invece, somigliava molto alla loro nonna. La strega della famiglia, che aveva tentato di uccidere la propria nipote, perché immaginava già quale tristo destino le sarebbe toccato. Caroline era sfuggita al suo tocco, perché nessuno avrebbe mai immaginato che la ragazza perfetta sarebbe divenuta una vampira perfetta, il mostro pieno di principi e dolcezza nel cuore, in un certo senso - contraddittorio, certo - l'umanità di Celeste. Era una Vampira, ma per la Strega dotata di magia significava salvezza prima d'ogni altra cosa, senza alcuna riserva, senza alcun rimpianto. Un po' come Damon, che nonostante fosse un essere terribile e furioso, le permetteva di trovare la retta via quando si sentiva persa ed immersa nei suoi problemi. Jake e Klaus erano invece l'adrenalina di cui aveva bisogno: l'uno l'aveva spronata ad utilizzare la propria magia senza alcun limite, l'altro le permetteva di applicarla in fatti concreti e farle comprendere quanto fosse potente. Se il Vampirismo enfatizzava ogni singolo aspetto caratteriale comprese le sensazioni, la magia nera non era da meno: paragonabile all'apice del piacere durante un atto sessuale, terribile come la morte d'un uomo, straordinaria come la nascita di una creatura.
    "Ogni volta sembra che tu riesca a leggermi dentro" Celeste non era fatta per esternazioni d'affetto: non avrebbe mai confessato lo sconfinato bene che aveva nei confronti della Vampira. La a questa sarebbe bastato osservare le iridi color smeraldo/miele, per constatare ciò. La propria madre le aveva insegnato a soffrire in silenzio: di notte, da bambina, piangere era vietato. Persino chiedere dove fosse il proprio papà che mai aveva conosciuto, o chiedere perché riuscisse a distruggere gli oggetti quand'era arrabbiata. Tante erano le cose che non le furono concesse, compresa parte di quella fanciullezza strappatale senza alcun rimorso. E, ad ogni modo, Caroline faceva lo stesso con lei: quella voce calda quasi materna, che riusciva ad ammorbidire l'animo di quella strega odiata da tante altre della stessa razza. Lei stava bene tra i Vampiri, loro le somigliavano più delle stesse streghe: odiati da queste, proprio come lei, per appartenere ad un ceppo potente e sbagliato, dannato sotto ogni fronte. "Sicura di non aver utilizzato poteri magici o quant'altro?" rise di gusto a quelle parole: Caroline era l'unica cui concedeva commenti sui propri poteri, l'unica che aveva seguita la propria crescita personale, che l'aveva osservata da lontano. Quella cui telefonava quando qualcosa andava storto, quando gli spirti facevano capolino nella propria vita. Quando li aveva spenti, senza volerlo, o quando aveva ucciso lo spirito della propria nonna poiché questo le rendeva la vita impossibile.
    "Cosa aspettavi a dirmelo? Sai che la mia porta è sempre aperta e sai che adoro averti tra i piedi, per cui" Ripensò alle volte in cui passavano la notte insieme, da bambine: le era concesso solo quando il padre di Care era fuori città, perché lui non voleva affatto che la propria bambina si macchiasse di quella compagnia errata e maledetta. Da bambine parlavano del più e del meno, del loro ragazzo ideale, mentre oggi sarebbero persino giunte a pianificare piani di sopravvivenza, e chissà quali altre ipotesi sulla morte, sui vampiri, sul loro insano gruppo di amici.
    «Non starò qui a dirti quanto tu sia speciale per me, ma posso dire senza pudore che mia cugina è diventata una donna di tutto rispetto. Se non fosse per l'aspetto, stenterei a riconoscerti dalla liceale che eri fino a pochi anni fa: egoista, egocentrica, complessata. Adesso sei una delle persone più forti ed altruiste che io conosca. Capisco perché Tyler ti ami.» Mormorò, senza alcun pudore, con un sorriso raggiante e sincero in volto.
    "Di chi stai parlando" Era giusto confessarle di quella relazione, come Caroline le aveva confessata sin da subito la sua. E infondo, la cugina, poteva comprendere quanto potesse essere difficile quella relazione, che probabilmente avrebbe causato più d'una lite. Lei stessa era stata invitata ad allontanare Tyler, invece l'aveva amato e reso parte integrante della propria vita: forse ci sarebbe rimasta male, ma fino a che punto avrebbe giudicato una Strega che si relazionava con un Vampiro, visto che lei Vampira amava un Lupo Mannaro? Certo, il Vampiro era Damon Salvatore.
    «Al compleanno di Elena fui avvicinata da un Vampiro che parve fiutare la mia essenza diversa. Collaborammo attivamente per circa un mese: mi disse che dovevo aiutarlo a trovare una persona, a localizzare i suoi spostamenti. Alla fine del mio operato mi baciò, quindi decisi di allontanarmi da lui: come potevo fare questo a Jake?» Mormorò corrucciando la fronte, passandosi la lingua tra le labbra che si erano seccate, forse intimorite da quel nome che non era ancora stato pronunciato, ma pensato e ripensato una decina di volte. Un brivido la scosse, finché non chiuse gli occhi e ripensò ai loro momenti insieme: nessuna carezza, totale assenza di dolcezza, ma la costante presenza di una chimica terrificante. «Damon Salvatore, colui che mi odia perché non comprende ciò che prova per me.» Disse, con un filo d'orgoglio, per essersi ancora conservata - nonostante avesse instaurato con lui un legame ancora più intimo: lo scambio di sangue - dal punto di vista sessuale, ed essere stata maltrattata per via di quell'insana rabbia che riusciva a suscitare in lui.


    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
    celeste nymphadora forbes » SCHEDA - DRESS - MUSIC - CREATED BY DANNY ©

     
    Top
    .
  8. KAY «
        +1   -1
     
    .

    User deleted



    VAMPIRE - 17 years old, student

    ♡ It doesn't matter how many times I dance with him. I love you ♡

    Caroline Forbes
    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Ero una persona molto socievole, alla mano; lo ero sempre stata. Timidezza e introversione, erano due aggettivi che nessuno, mai, avrebbe potuto affibbiarmi. Avevo si, per un lungo periodo della mia vita, sofferto le mie ossessioni, fisime, complessi di inferiorità, senso di inettitudine e quant'altro. Ma queste caratteristiche non avevano mai fatto di me una persona chiusa, solitaria, o addirittura, asociale. Tutt'altro. Il senso di inadeguatezza che mi aveva accompagnata per buona parte della mia adolescenza, mi aveva invece spinto ad ostentare, per nascondere l'inquietudine che in realtà coltivassi dentro, una personalità apparentemente molto contraddittoria. Non una forzatura, bensì un meccanismo del tutto involontario e naturale,
    Espansività, intraprendenza, atteggiamento da leader, sfrontatezza.. Erano queste le caratteristiche con le quali tendevo a pormi nei confronti della gente, dei ragazzi della mia età, più che altro. E se da un parte, questo atteggiamento un po' smodato aveva fatto sì che dai più, venissi etichettata come superficiale, frivola, dall'altra, mi era tornato utile nella conquista di un buon numero di amicizie. Non avevo mai avuto problemi ad inserirmi, socializzare, adattarmi a qualsiasi luogo o circostanza. Diciamo che, amavo stare al centro dell'attenzione, e avevo sempre saputo come accaparrarmi questa posizione privilegiata. Chiunque avesse conosciuto Celeste Forbes, sarebbbe giunto alla conclusione che si trattasse di un carattere ereditario, tramandato di generazione in generazione, tra discendenti della stessa famiglia.
    Caratterialmente parlando, mia cugina ed io, eravamo affini in un modo incredibile. Non a tal punto da poterci definire due gocce d'acqua; considerato pure che ciascuno di noi sia singolare e distinto da ogni altro. Le somiglianze però, erano innumerevoli e lampanti. Immagino conosciate tutti il famoso detto, gli opposti si attraggono. Io lo condividevo appieno. Nella mia vita avevo avuto modo, più di una volta, di testarne la veridicità sulla mia pelle -Tyler Lockwood vi dice qualcosa?- eppure, non avrei mai potuto rinnegare nemmeno l'esatto concetto opposto. Diciamo che, le circostanze variassero, secondo un mio criterio, da caso a caso. Non avrei preso una posizione perchè, se c'era una cosa che aveva reso tanto solido e inalterabile il rapporto mio e di Celeste, era sempre stata l'ineccepibile simmetria tra i nostri animi. Stessa esuberanza, stessa spontaneità, impulsività, furbizia, passionalità e dedizione nei rapporti umani. Ma anche analoga inquietudine interiore -seppur arrecata da dissimili coefficienti- ed una altrettanto simile propensione a non essere mai, pienamente, appagate e in pace con noi stesse.
    Se la lontananza non aveva intaccato minimamente la nostra grande chimica, se neppure i ripetuti tentativi di mio padre avevano potuto dividerci, doveva pur esserci una più che valida ragione, non credete? Secondo il mio punto di vista, la ragione era che fossimo fatte l'una, per comprendere l'altra. Perchè oltre alla naturale identità esistente tra il mio e il suo spirito, avevo sempre avuto come la sensazione che a legarci, ci fosse pure una sorta di singergia. Io ero quella che si preoccupava di mantenere in vita la sua umanità, di seguire il suo cuore nelle scelte da prendere e nei rapporti su cui si fondava la sua vita. Celeste, invece, aveva il compito di trasmettermi un po' del suo sangue freddo, nei momenti in cui, per una svariata ragione, rischiavo di abbattermi o di arrendermi. Ma questo era semplicemente il modo che noi avevamo di completarci. Per il resto, pure a distanza, entrambe c'eravamo state sempre. Per tutto.
    «Non starò qui a dirti quanto tu sia speciale per me, ma posso dire senza pudore che mia cugina è diventata una donna di tutto rispetto. Se non fosse per l'aspetto, stenterei a riconoscerti dalla liceale che eri fino a pochi anni fa: egoista, egocentrica, complessata. Adesso sei una delle persone più forti ed altruiste che io conosca. Capisco perché Tyler ti ami.» Udire quelle parole, fece comparire un grosso sorriso sulle mie labbra. Quando hai profonda stima di una persona, essere ricambiati con altrettanta ammirazione, è una delle cose più belle, e considerato quanto io adorassi Celeste, in quel momento non potei che illuminarmi.
    Capisco perché Tyler ti ami. Finii, inevitabilmente, con l'estrapolare quelle ultime parole e riporvi per qualche attimo buona parte della mia attenzione. Questo perchè, a dire il vero Tyler non aveva mai detto di amarmi. Almeno, non esplicitamente. Non che io l'avessi fatto. Però, riflettere sulle parole di mia cugina, mi faceva salire qualcosa.. Un brivido. Ed ero certa che, fossi stata umana, avrei anche sentito battere un po' più forte il cuore. Aldilà di tutti i disastri e le preoccupazioni dell'ultima ora, era una cosa bellissima quella che io avevo trovato in Tyler. Lo sapevo, mi ero resa conto di aver trovato in lui una immensa fortuna mano a mano che avessimo stretto il nostro rapporto. Ma sentirne qualcun altro parlarne, mi faceva capire, realizzare più che mai, quanto reale fosse effettivamente.Ecco questo mi dava un senso d'orgoglio, mi riempiva l'animo in un modo che.. Non saprei davvero come esprimere.
    «Al compleanno di Elena fui avvicinata da un Vampiro che parve fiutare la mia essenza diversa. Collaborammo attivamente per circa un mese: mi disse che dovevo aiutarlo a trovare una persona, a localizzare i suoi spostamenti. Alla fine del mio operato mi baciò, quindi decisi di allontanarmi da lui: come potevo fare questo a Jake? [...] Damon Salvatore, colui che mi odia perché non comprende ciò che prova per me.» Non mi sarei mai permessa di giudicarla. Odiavo chiunque lo facesse nei miei confronti; era sintomo di presunzione, ed io ne ero estremamente avversa. Dedurre però che tra Celeste e Damon stesse nascendo qualcosa, mi lasciò un po' impietrita. Non avevo dimenticato i miei trascorsi con lo stesso. Poteva essere cambiato, nel tempo, imparato un minimo a moderarsi. Ma io di lui non mi sarei mai fidata ciecamente. Soprattutto non come uomo al fianco di mia cugina. «Immagino tu sappia a cosa vai incontro». Scandii quelle poche parole in un primo momento. Poi la guardai bene negli occhi, e proseguii, cercando di mantenere imparziale l'espressione del mio viso. «Damon è l'esatto opposto di quella che io definirirei una "persona affidabile". Sai a cosa mi riferisco, e sai quanto alta sia la probabilità che stia semplicemente approfittando di te. Non voglio scoraggiarti ne giudicarti, Celeste, ma.. Dovresti fare attenzione e muoverti cautamente. Qualsiasi sia la natura della cosa che sta nascendo». Annuii, e piegai leggermente il labbro da un lato. Ciò che mi lasciava ancora più turbata e diffidente, era l'ormai nota assuefazione del vampiro in questione, Damon Salvatore, nei confronti della mia amica Elena. Sapendo quanto fosse ossessionato da lei, come avrei potuto credere che per Celeste, quella storia, fosse una buona cosa?


    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
    caroline forbes » SCHEDA - DRESS - MUSIC - CREATED BY DANNY ©



    scusa l'attesa dany ♥


    Edited by KAY « - 31/10/2012, 08:55
     
    Top
    .
7 replies since 4/10/2012, 15:56   339 views
  Share  
.